Addio a Walter Bonatti, leggenda dell’alpinismo

Uno dei più grandi scalatori di tutti i tempi si è spento martedì sera a Roma. Nel 2005 l'Università dell'Insubria lo premiò con la laurea Honoris Causa

Il mondo dell’alpinismo è in lutto. Walter Bonatti, uno dei più grandi scalatori italiani di tutti i tempi, è morto martedì sera all’età di 81 anni a Roma, stroncato da una grave malattia.

Bonatti è stato anche giornalista e scrittore e nel suo libro del 1961, “Le mie montagne” ha riportato la sua spiegazione del famoso “Caso K2”, che lo ha visto sfortunato protagonista nel 1954 di una incomprensione con altri due alpinisti italiani, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. Il caso, tra accuse e smentite, si concluse solo nel 2004 con una ricerca condotta direttamente dal Cai che diede ragione a Bonatti, scagionandolo da ogni responsabilità e confermando le sue affermazioni sui fatti, confutate in passato dagli altri due protagonisti della vicenda. Sempre nel 2004 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì il titolo di Cavaliere di Gran Croce. Recatosi alla cerimonia di premiazione il 21 dicembre 2004, Bonatti scoprì in di essere stato premiato insieme ad Achille Compagnoni e, offeso per il fatto di essere stato accomunato al suo nemico storico, restituì l’onorificenza. Non rifiutò però il riconoscimento di Ufficiale della Legion d’onore francese consegnatogli da Jacques Chirac nel 2002. L’Università dell’Insubria lo premiò con la Laurea Honoris Causa in Scienze Ambientali l’alpinista nel 2005

Lorenzo Scandroglio, alpinista e responsabile web della rivista specializztaa "Monte Bianco", ricorda con affetto Bonatti: «Prima di Messner è stato l’alpinista che ha fatto sognare molte generazioni. Pur non essendo uomo di montagna, era acculturato e con una forte personalità che riusciva a fare appassionare alla disciplina anche i meno interessati. Riuscì ad avvicinare la montagna a tutti, anche grazie ai suoi reportage giornalistici appassionanti. Nonostante il “Caso K2”, riuscì in ogni caso a spiccare il volo grazie alle sue imprese in solitaria. Fu forse l’unico che rese popolare l’alpinismo e anche molti anni dopo le sue imprese riuscì a rimanere sulla cresta dell’onda grazie alle sue abilità di comunicatore». La salma verrà trasportata a Lecco dove sabato e domenica sarà allestita la camera ardente.

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Pubblicato il 14 Settembre 2011
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