Caso-stipendi al Camelot, SEL chiede chiarezza
Da un anno e più la legge prevede che gli amministratori non dovessero prendere indennità, ma nessuno se n'è accorto. I vendoliani chiedono di recuperare subito i soldi: "Evidente l'incompetenza dei direttori generali"
«I dirigenti generali sono stati incompetenti, ora si deve recuperare i soldi e restituirli alla collettività». Sinistra Ecologia e Libertà tiene alta l’attenzione sul caso degli emolumenti (gli "stipendi") versati da 3SG-Camelot agli amministratori nell’ultimo anno e mezzo: la posizione del partito della sinistra (che fa parte della maggioranza) torna ad accendere i riflettori in particolare sul ruolo svolto dal massimo dirigente dell’azienda, il direttore generale.
«Incompetenza lapalissiana» dice SEL, il partito guidato a Gallarate da Roberto Abelli e che è rappresentato in consiglio comunale da Alessio Mazza. Al centro della questione, c’è l’applicazione del decreto 78/2010, in vigore da un anno e mezzo, ma mai applicato nell’azienda gallaratese. «Anche ammettendo l’incertezza normativa iniziale, un comportamento di tutela per non esporre l’azienda non solo a dovere chiedere i rimborsi ma anche a possibili ricorsi della Corte dei Conti e a responsabilità erariali, era il minimo necessario. Una scelta che tanto più avrebbe dovuto compiere l’attuale direttrice, Manila Leoni, che oggi afferma di avere proceduto a una serie di approfondimenti per comprendere appieno la legge. Dando per vero quanto da lei affermato, che solo con la nomina del nuovo Sindaco ha avuto la certezza che quegli emolumenti non erano dovuti. Un puro caso che questa “scoperta” abbia coinciso col cambio di amministrazione».
SEL attacca in particolare anche l’ex presidente Paolo Caravati (nominato a febbraio, in sostituzione di Franco Liccati), ultimo di una serie di guide di 3SG-Camelot scelte dal centrodestra: «le sue affermazioni che escludono il rimborso di quanto ricevuto, senza neanche volersi domandare se la legge gli da ragione o torto, mostra altresì quali erano le vere mire: lo stipendio e nulla più». Peraltro proprio la nomina di Caravati aveva portato ad affrontare la questione relativa alla natura della 3SG, se fosse cioè un’azienda partecipata non a rilevanza economica assoggettata dunque al Decreto 78/2010 (il Comune chiese un parere legale apposito).
Di certo il caso è destinato a fare clamore, anche perché l’azienda in questione coinvolge un servizio molto particolare e sentito come quello dell’assistenza socio-sanitaria ad anziani e minori. «I soldi devono tornare nella disponibilità pubblica», dicono perentori quelli di SEL, associandosi all’analoga richiesta espressa dalla Federazione della Sinistra (che invece non fa parte della maggioranza). Il richiamo molto netto sembra un invito a rendere più incisiva l’azione da parte dell’azienda e a sollecitare anche un intervento da parte dell’amministrazione comunale, che ad oggi ha demandato l’azione al Consiglio d’Amministrazione di 3SG (rinnovato e oggi presieduto da Enrico Moresi). La posizione ufficiale dei vertici dell’azienda – comunicata giovedì – ha però lasciato qualche malumore anche in altre aree della maggioranza, dal Pd alla Lista Civica, convinti anch’essi della necessità di muoversi in tempi rapidi e certi.
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