Gli artigiani Cna bocciano senza appello il governo

Pubblicato il questionario sulla percezione della crisi. Disponibili a pagare una patrimoniale una-tantum, ma non all'aumento dell'Iva. Aumenta il pessimismo per il futuro

Le risposte alla domanda numero 5 del questionario sulla percezione della crisi, elaborato da Cna Varese, non lascia spazio a interpretazioni sull’idea che molti artigiani del Varesotto si sono fatti del governo Berlusconi. «Che giudizio si sente di dare dei provvedimenti adottati fino ad oggi?». Il 45,83 % degli interpellati ha risposto «molto negativo, a pagare saranno i soliti mentre i privilegi non saranno intaccati». Il 33% «negativo, nei tempi di intervento e nella sostanza delle misure adottate»; il 20,84 % «confusi e contraddittori ed hanno alimentato la speculazione». Un imbarazzante 0 % alla risposta «positivo, si è fatto quello che si poteva».
Cna ha messo nel questionario anche una valutazione sull’incremento dell’Iva (dal 20 % al 21%) deciso dall’esecutivo con l’ultima manovra di aggiustamento. In questo caso le risposte si polarizzano: il 48% sostiene che «alimenterà l’inflazione e deprimerà e i consumi», mentre il 36,54 % dice che «sarebbe stato meglio un’imposta patrimoniale una tantum». Quest’ultima risposta è molto interessante perché, come già affermato da Confindustria, gli imprenditori sono disponibili a un sacrificio pur di dare una scossa al sistema, tenendo conto che alla domanda numero 3 («cosa pensa debbano fare le istituzioni per favorire l’uscita dalla crisi?») il 42,55% degli intervistati ha risposto «avviare una politica di reale riduzione delle tasse». Mentre solo il 13,83% nutre ancora una speranza nel federalismo fiscale.
Sull’impatto della crisi in azienda, la percezione degli artigiani di Cna è cambiata rispetto all’ultimo questionario realizzato in aprile. Se questa primavera il 29,41% sosteneva che fosse «peggiorata» (l’azienda), a settembre quella percentuale è scesa di due punti (27,08%). Sensibile variazione anche per chi ad aprile riteneva che la crisi fosse sugli stessi livelli del 2010 (38,24%) contro il 33,33% di settembre. Tendenza positiva confermata dalla risposta «decisamente migliorata» (17,65% ad aprile, 20,83% a settembre). Il fatto che le cose siano leggermente migliorate in azienda non significa che gli artigiani guardino al futuro con fiducia. Aumentano i pessimisti, che passano dal 20,59% di aprile al 27,8 % di settembre e aumentano anche i disincantati dal 42,65% al 54,17%, mentre crollano gli ottimisti che passano dal 36,76% al 18,75%.
Infine, alla domanda se c’è la sensazione, seppur con fatica e lentezza, di uscire dalla crisi, il 42,86% risponde che il miglioramento della situazione c’è, ma non tocca tutti i settori; mentre il 40% sostiene che la situazione è ancora critica e perciò non condivide la sensazione di miglioramento. Un 17% invece è convinto che ci sarebbero le condizioni, ma mancano gli strumenti.

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Pubblicato il 28 Settembre 2011
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