Don Luigi, un parroco da 75 anni a piedi
Quasi trenta preti hanno concelebrato la messa per Don Luigi Curti, valtellinese, 97 anni e 75 anni di sacerdozio a Marzio. Tutto il paese e i compaesani di Vercea sono accorsi a festeggiarlo
«Mi scusi, Eccellenza, se la faccio camminare». Tra la chiesa dove si è svolta la funzione solenne che ha celebrato i suoi 75 anni di sacerdozio e il ristorante dove si terrà una festicciola ci sono si e no 100 metri. Ma è davvero preoccupato, don Luigi, di far stancare il suo vescovo, monsignor Diego Coletti: anche se tra lui e il suo superiore ci sono quasi trent’anni di differenza.
Don Luigi Curti, 97 anni, è sempre stato abituato a muoversi a piedi, e non ha mai voluto un’auto per sè: ed è questa sobrietà che non vuole far pesare a nessuno la forza di colui che ha festeggiato oggi, 22 novembre 2011, quello straordinario anniversario nel piccolo paese del varesotto di cui è parroco.
Don Luigi è sacerdote a Marzio dal 1936: un periodo record, durante il quale è stato pure nominato monsignore, anche se lui si fa sempre chiamare solo "don". Tant’è che i suoi parrocchiani hanno saputo solo per caso di tale nomina, di cui non aveva mai parlato, anche perché mal si intona con il suo voto di povertà e sobrietà, strenuamente difeso in tutti questi anni.
La messa concelebrata da quasi trenta preti in occasione di questo anniversario è diventata così la grande festa di Marzio, piccolo paese a cavallo tra la Valganna e la conca del lago di Lugano.
E in prima fila a celebrare c’era proprio il vescovo di Como, Diego Coletti, vicario anche di quella parte del varesotto: che ha scelto di cominciare da quella specialissima festa la sua visita pastorale nelle valli intorno al lago di Lugano.
Chiesa ovviamente gremita, commozione e ricordi per le tre generazioni che don Luigi ha accompagnato nella crescita: c’era il signore ottantenne che l’ha accolto per primo in parrocchia (“Avevo 5 anni, e lo portai fino al tabernacolo” ricorda). C’era la parrocchiana che ricorda come «Ha battezzato mio figlio. E, a dire il vero, ha battezzato anche me». E c’era anche il giovane sindaco di Marzio, che ricorda molti passaggi della sua vita di parroco: «Ricordo in particolare la casa parrocchiale dove ha vissuto per anni, prima che riuscissimo a convincerlo a ristrutturarla. Lì ha vissuto in condizioni di estrema povertà, ma non voleva nulla di più».
A festeggiarlo, in questa bella giornata di sole autunnale, anche un pullman di fedeli arrivati dal suo paese natale, Vercea, in Val Chiavenna: paese che non lo vede più residente da due generazioni, ma che non l’ha mai dimenticato.
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