“E’ impossibile relegare una mezza maratona in un parco”

Enrico Traietta, presidente della società che ha organizzato l'evento, risponde ad una lettrice che si era lamentata del fatto che la sua via fosse rimasta chiusa a causa del passaggio della corsa

 Il presidente della società sportiva Atletica San Marco Enrico Traietta risponde ad una nostra lettrice che si era lamentata dell’organizzazione della gara podistica Maratonina di Busto Arsizio, giunta alla sua ventesima edizione e che ha riscosso un grande successo di pubblico.

Leggo su Varesenews di una abitante di via Foscolo che si lamenta della XX Edizione della maratonina città di Busto Arsizio svoltasi domenica 6 novembre.

Mi presento, sono Enrico Traietta e sono il presidente della società organizzatrce della manifestazione, mi scuso per gli eventuali disagi arrecati; nello specifico tutto è nato pensando di fare una cosa buona e non da una semplice prova di impianto, cioè chiedere lo spostamento delle auto da via foscolo per evitare la rimozione forzata e la relativa multa (l’avviso di divieto di sosta era presente da giovedi); oltretutto volevo tranquillizarla dicendole che le emergenze reali hanno la precedenza sulla corsa e che nessuno vi avrebbe impedito di uscire di casa; purtroppo non possiamo monitorare lo stato di salute di tutti gli abitanti di Busto Arsizio e quindi non potevamo neanche sapere di suo figlio (spero sinceramente che stia meglio); la sua lettera però mi da spunto per alcune riflessioni, ma prima ditutto vorrei spiegare una cosa fondamentale la Maratonina è una corsa che ha la lunghezza di 21,097 Km, come da Busto a Milano, sia per distanza da percorrere che per numero di partecipanti non è possibile “relegarla” in un impianto sportvo o in un parco cittadino.

In una società schiava dell’automobile è secondo me piacevole vedere quando il cittadino e in generale l’essere umano si riappropria delle strade e delle piazze, che sia per sport o per qualsiasi altro evento; al giorno d’oggi non riusciamo ad accompagnare neanche più in corteo i nostri defunti perché diamo noia se camminiamo, gli automobilisti prevaricano tutto, ci lamentiamo dei gas di scarico e quando cerciamo di fermare un po questo trambusto di auto e clacson con lo scalpiccio di 4000 piedi e 2000 persone entusiaste e festanti veniamo tacciati di essere dei disturbatori; mi spiace ma sinceramente non ci sto; sinceramente non voglio sposare la cultura del “non nel mio giardino” e neanche soccombere al qualunquismo delle persone; la maratonina porta a Busto 1800 atleti di diverse città, fa riempiere alcuni bar per le colazioni e forse dei ristoranti per il pranzo, promuove il nome della città in tutto il nord Italia, raggruppa persone che nello sporta hanno trovato valori, quali la solidarietà, l’aiuto reciproco e soprattutto il raggiungimento di un risultato a seguito di fatica e sacrifici e penso che in anni in cui si cercano sempre scorciatoie per raggiungere gli obbiettivi questo non sia davvero poco; oltretutto organizzare questa manifestazione ci permette di raccogliere fondi per una realtà molto importante come Progetto Pollicino, guardacaso aiuta proprio i bambini, oppure dare un occasione di mettersi a disposizione di altre persone come fanno i ragazzi della “Marco Riva” che comprendono come ci siano altre cose al mondo oltre la droga; sono piccole cose che facciamo, miseri segnali, ma che ci rendono orgogliosi di quello che realizziamo ogni anno, con gratuità e passione per amore dello sport e della nostra città.

Ora una piccolissima riflessione personale; volevo chiedere a tutte le persone che dicono “ma non si potrebbe fare altrove?” se sanno che altrove abitano altre persone, è corretto pensare che la loro filosofia è “fate quello che vi pare ma non rompete le scatole a me”?; si sa che il centro città è il cuore di ogni comune e che le manifestazioni vertono spesso li, chi ci abita ha da sempre la consapevolezza di essere soggetta a questi disagi, un prezzo da pagare per avere altri vantaggi; il prezzo da pagare sarebbe altissimo, transformare la nostra città in un dormitorio. Il rispetto che si chiede spesso si deve anche dare, faccio un piccolo esempio; io non ho nessuna predilezione per il carnevale ma non ho nessun problema ad accettare di avere strade chiuse per le sfilate dei carri dove magari partecipano la signora della lettera e il suo bambino; non amo i mercatini, ma non mi arrabbio se non trovo parcheggio, lo so e quel giorno non mi reco in centro o ne subisco i disagi; tutto qui un po di tolleranza e tutti viviamo meglio.

Quindi per concludere cara signora, ci spiace di averle arrecato disturbo, ma continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto, convinti che prima o poi la cultura dello sport riesca ad enrare veramente nel DNA di Busto, anzi la invito fin da ora alla prossima edizione, magari a fare la non competitiva e a respirare l’ambiente salutare della corsa

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Novembre 2011
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