La crisi suona il campanello dopo le 21
Famiglie al limite e persone senza più nulla. La storia di un’associazione che è in prima linea a raccogliere gli sos
«Arrivano la sera dopo cena, col buio, che copre il loro volto. Hanno gli occhi bassi, quasi ad aver vergogna di chiedere aiuto, quando si accorgono che non ce la fanno più e bussano alla nostra porta». Tracolli economici, poi crisi famigliari, che si trasformano in casi al limite. Padri senza la forza di continuare, o donne che non riescono più a far quadrare i conti di casa per la crisi.
Benvenuti a Besozzo, cuore di una tra le più ricche province italiane, dove il morso della crisi comincia a sentirsi forte.
L’annuncio dei licenziamenti e delle fabbriche in difficoltà è notizia quando supera il centinaio di tagli, ma un fiume silenzioso e invisibile di persone che hanno bisogno di aiuto si sposta da tempo dove è possibile rimediare un sostegno. A raccontare questa situazione è Silvana Fandella (nella foto). Un nome che molti lettori di Varesenews si ricorderanno: ne abbiamo parlato di recente perché l’associazione dove opera Silvana ha aiutato in questi mesi Domenico Piccolomo, uomo segnato da un cognome che gli ha reso difficile la vita. Oggi, grazie alla segnalazione, una fiammella di speranza si è accesa anche per lui. «Un paio di offerte sono arrivate in questo weekend – spiega Silvana – . Si tratta di privati con immobili che metterebbero a disposizione di questa famiglia per farle passare l’inverno. Speriamo». Silvana, giustamente, di più non dice. Ma lei, che è la responsabile socio assistenziale di questa realtà, di cose da raccontare ne ha eccome.
«Il lavoro principale arriva la sera, quando il campanello suona sempre più spesso: chi pensa che siano stranieri a chiedere aiuto si sbaglia; le richieste arrivano da nostri connazionali: sono storie di famiglie che non riescono più a vivere sotto il peso di scelte sbagliate ma anche di occupazioni perse. Purtroppo a seguito della perdita del lavoro si innesca spesso anche una crisi famigliare, la depressione. Da noi chiedono aiuto anche i papà separati: non hanno un tetto dove stare, ma soprattutto dove incontrare i figli. Allora abbiamo dotato la nostra sede di un paio di ambienti protetti affinché possano avvenire gli incontri coi figli (nella foto qui a destra, Silvana col presidente dell’associazione Daniele Baviera)».
Collegata con l’associazione di volontariato c’è la cooperativa sociale “Padana Assistenza”, che si occupa di assistenza sanitaria, trasferimenti “secondari” di infermi, e malati: «Fino al 2009 questa attività poteva in parte sovvenzionare l’associazione di volontari, ora non è più possibile – spiega Silvana – e dobbiamo raschiare il fondo del barile per continuare l’attività di sostegno». La sede è in via Michelino 23, a Besozzo: un fabbricato lasciato da Silvana e suo marito all’associazione, nel 2003. Attorno a “insieme nel futuro” opera una rete di volontariato composta da una cinquantina di persone. Sebbene Silvana si dichiari leghista, e il nome inequivocabilmente riporta al Carroccio, assicura che la maggior parte dei volontari la pensa diversamente, dal punto di vista politico: l’oggetto dell’attività rimane sempre lo stesso, sostegno e aiuto agli altri.
Ognuno mette a disposizione il tempo che ha. Vengono effettuate raccolte fondi, come per esempio un pranzo il prossimo 4 dicembre: «chiediamo una cifra simbolica di 30 euro per sostenerci». L’aiuto, che può trasformarsi nel pagamento di una bolletta o in una spesa al supermercato, viene impostato chiedendo in cambio ciò che chi suona alla posta dell’associazione può fare: c’è che si offre per imbiancare una stanza, fare lavori materiali, o aiutare altre persone in difficoltà: una sorta di do ut des, insomma.
Un sogno nel cassetto Silvana ce l’ha: costruire un “Eco villaggio”. «Il fondo, un terreno in Valcuvia, l’abbiamo già individuato, ora si tratta di recuperare i finanziamenti per cominciare: vorremmo realizzare un vero e proprio villaggio sostenibile col lavoro e l’aiuto di tanti volontari, così da offrire assistenza in un ambiente gradevole e protetto: per gli anziani, per malati oncologici, per disabili e famiglie in difficoltà: tutto in mezzo alla natura e all’ambiente»
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