“Ancora non abbiamo capito che calcoli hanno fatto”
La manovra del governo Monti ha previsto la soppressione dell'Inpdap. Preoccupazione e incertezza tra i lavoratori delle sedi locali
Tra gli impiegati pubblici che hanno scioperato ci sono anche i lavoratori dell’Inpdap (Istituto nazionale di previdenza e assistenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica), coinvolti in pieno dalla manovra del governo Monti che ha previsto la soppressione dell’ente che si occupa di gestire le casse pensioni degli ex dipendenti di enti locali (comuni, province, regioni), istruzione, sanità, ufficiali giudiziari. L’Inpdap eroga diverse tipi di pensioni: quelle dirette (vecchiaia, anzianità, inabilità e privilegio) e quelle ai superstiti (indirette e di reversibilità); cura, inoltre, tutte le attività che riguardano il pagamento della pensione (assegno per il nucleo familiare, assistenza fiscale e modello 730). L amanovra prevede la nascita di una nuova “Super-Inps” che assorbirà le risorse finanziarie e il personale proveniente da Inpdap ed Enpals (Ente nazionale di previdenza e assistenza per i lavoratori dello spettacolo), altro ente soppresso che disciplina tutti i lavoratori del cinema, musica, arte, teatro e sport.
«Questa sopressione dell’ente – spiega Giuseppe Calderazzo (foto a lato), dell’Urp dell’Inpdap di Varese – anche se era nell’aria non era certamente pensata con questo metodo. La stessa dirigenza dell’ent non era al corrente della decisione. Ma se l’obiettivo è il risparmio non si capisce da che parte debba venire questo risparmio. Ci devono dire quale sarà il destino di 700 lavoratori e soprattutto ci devono spiegare che tipo di calcoli hanno fatto, perché così come sono non li abbiamo capiti. E poi di questo superente che si creerà non si sa nulla».
All’Inpdap di Varese tra i 46 tra impiegati e dirigenti regna l’incertezza. «Hanno fatto ricadere su di noi – conclude Calderazzo- una situazione per tranquillizzare i mercati. Il problema è chi tranquillizza noi».
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