I sindaci disertano il summit antismog
Il capoluogo attiverà le domeniche ecologiche ma la prima riunione con gli altri comuni parte con il piede sbagliato
Le misure antismog sono tornate drammaticamente di attualità dopo due settimane di valori altissimi delle concentrazioni di polveri nocive nell’aria. E lo saranno per tutto l’inverno. Il comune di Varese aveva organizzato un summit per questa mattina, convocando 40 sindaci del circondario, di cui 15 direttamente coinvolti nelle immediate vicinanze del capoluogo. Ma la riunione è praticamente andata deserta. Si sono presentati solo 3 sindaci (Lozza, Bodio e Induno) e 3 amministratori o tecnici comunali di altrettanti comuni, in rappresentanza di 6 municipi. Troppo pochi per poter concertare misure condivise, tutti insieme. E’ un segnale strano, quasi che vi sia una sottovalutazione del problema, o un fatalismo, che ormai ha segnato l’atteggiamento delle amministrazioni sul tema dell’inquinamento in Lombardia.
L’assessore all’ambiente Stefano Clerici ha aggiornato la discussione alla prossima riunione, il 14 dicembre, di un tavolo tecnico con i comuni di area omogenea, sul tema dell’inquinamento, rispolverato dopo 2 anni.
La situazione è abbastanza chiara. Il comune di Varese ha pronto un pacchetto di misure che voterà domani, in giunta. Chiede di poterle condividere anche con i comuni della zona. Tra queste ci sono sicuramente le domeniche ecologiche con la chiusura del traffico Sono 3 quella già previste, le ultime domeniche del mese, da gennaio a marzo.
La situazione dell’aria malata è grave. Nell’ultimo consiglio comunale il gruppo di Sel, ad esempio, ha chiesto al sindaco di fare qualcosa. L’intera Pianura padana ha risentito di un lungo periodo di bel tempo, con ventilazione bassa e concentrazione di aria stagnante. Tutti fattori climatici che favoriscono la persistenza delle poveri. Il comune, negli ultimi anni, è stato prudente con le chiusure del traffico. Il sindaco Fontana è personalmente persuaso che il problema sia strutturale dell’intera area padana, e che solo un grande accordo tra le regioni ricche potrebbe, con effetti immediati, incidere in maniera sostanziale sul controllo dell’inquinamento. Intanto, ci aspetta un altro inverno di aria viziata.
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