La notte che si portò via Chicco Ravaglia

Dodici anni fa uno schianto nel buio costò la vita al giovane talento del basket italiano, sbocciato (anche) nella Cagiva di coach Rusconi

Dodici anni fa, nella notte tra il 22 e il 23 dicembre, un tremendo schianto in autostrada, scoperto solo alcune ore dopo, portò via alla sua famiglia e a tutti i tifosi del basket italiano uno dei giovani talenti più fulgidi del panorama tricolore, Chicco Ravaglia.
Una morte tremenda e inattesa, come tutte quelle che colpiscono un ragazzo di soli 23 anni, atletico e brillante, che poche ore prima aveva confezionato una delle proprie migliori partite (23 punti con 7/11 al tiro) con la maglia della sua ultima squadra, la Canturina Servizi. Una morte che fu uno shock per tutto il mondo dei canestri e che colpì particolarmente i tifosi varesini: con i colori biancorossi Chicco – si affacciò per la prima volta nel grande basket agli ordini di coach Dodo Rusconi. Arrivava (era il 94/95) dalla Virtus Bologna in prestito, dopo un’esperienza in B a Cento, perché da quelle parti avevano capito di avere sgrezzato un diamante nelle categorie giovanili: la allora Buckler però era una corazzata che non poteva trovare spazio a un ragazzino tutto da scoprire e Varese era la collocazione ideale per la guardia di Castel San Pietro. Tanto è vero che, dopo poco più di una stagione, la società bianconera ribussò al Campus e se lo riprese mandando alla Cagiva un grande veterano come Ricky Morandotti.
Ravaglia (foto da virtuspedia.altervista.org) alla Virtus contribuì a sollevare una Coppa Italia ma venne ancora ceduto dopo un grave infortunio al ginocchio, questa volta a Cantù. Fino a quella notte bastarda e a quella curva infame nei pressi di Piacenza che ce lo portò via per sempre.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Dicembre 2011
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