“Rendete pubblici i risultati dei vostri ragazzi”
Vittorio Fabricatore, ex preside ed esperto di valutazione, spiega l'importanza di conoscere e far conoscere i risultati delle prove. Oggi meno di un terzo degli istituti si serve di queste indicazioni
Pubblicare i risultati delle prove Invalsi? La richiesta comincia a circolare tra i genitori, soprattutto quelli alle prese con la scelta della futura scuola. Proprio in questi giorni stanno arrivando nei singoli istituti i risultati freschi freschi dell’ultima prova ( sostenuta nel maggio scorso). In altri paesi queste sono informazioni che godono della massima trasparenza, così come grande pubblicità viene data ad altri indicatori di funzionamento e di risultato. Invece, nel nostro paese sembra che il sistema di valutazione si concluda con la prova degli studenti: raccolti i dati, non se ne sa più nulla.
« Nonostante il servizio di valutazione Invalsi sia ormai a regime, non sappiamo quanto complessivamente le scuole abbiano utilizzato gli esiti delle prove dei loro alunni per riflettere sui curricoli, sulle modalità di valutazione e sui livelli di competenza raggiunti dai propri studenti.
Sappiamo solo che lo scorso anno meno di un terzo delle scuole ha scaricato i dati relativi alle proprie classi. E questo non è certo confortante. C’è ancora molta strada da fare, confidando soprattutto nella sensibilità e nell’impegno dei Dirigenti scolastici»
E la provincia di Varese?
«Non conosco i dati relativi ai download delle scuole della provincia, ma le assicuro che possiamo registrare un interesse consistente da parte degli Istituto scolastici. Anche un recente ciclo di incontri sul possibile utilizzo dei dati Invalsi organizzato dall’Ufficio scolastico territoriale ha visto una folta partecipazione anche delle secondaria superiore, che per il primo anno è coinvolta nelle prove Invalsi di fine biennio. E’ sperabile che tutte le scuole si accorgano della grande ricchezza e potenzialità di informazioni contenute negli esiti comunicati dall’Invalsi e sappia farne un uso virtuoso».
Pertanto, le richieste dei genitori di conoscere i risultati Invalsi sembrano essere più che legittime, anche se non bisogna confondere i risultati nelle prove Invalsi con la qualità di un’istituzione scolastica.
«Non si può limitare il giudizio su una scuola ai soli esiti di apprendimento. Una scuola dovrebbe rendere noti anche alcuni indicatori di funzionamento e di risultato (ad esempio, tassi di dispersione, selezione, tasso di eterogeneità nella composizione delle classi, spazi, laboratori, offerte aggiuntive ecc.).
Ma gli esiti di apprendimento sono però importantissimi per sapere se una scuola prepara bene i propri studenti. Perciò, perché non conoscere questi dati.
« Senza dubbio, le scuole che hanno deciso di rendere pubblici i dati delle prove Invalsi hanno avuto riscontri molto positivi sia interni che sul territorio e tra le famiglie. Naturalmente, rendere pubblici i dati vuol dire comunicare gli esiti complessivi della scuola e non quelli dei singoli alunni o delle singole classi. Bisogna poi aggiungere però che i dati di apprendimento andrebbero corredati anche di parametri relativi al valore aggiunto per far comprendere quanto una scuola è capace di compensare le differenze tra gli alunni, non solo rispetto alle condizioni di partenza ma anche nel corso del ciclo di studi, e dunque quanto riesce ad essere equa senza però rinunciare all’eccellenza dei risultati».
Varesenews inizia subito e chiede alle scuole di pubblicare i propri dati Invalsi. La scorsa settimana sono arrivati i risultati delle prove effettuate nel ciclo primario e alle medie. In questi giorni si sta comp’letando il quadro delle superiori. Noi apriamo questa riflessione, sperando che qualcuno ci segua sulla via della trasparenza.
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