Borghi: “Sono soldi per l’ippodromo”

Il presidente della Società varesina incremento corse cavalli spa, sembra determinato a "sfrattare" cavalli e allenatori dall'impianto di via Galdino

«Non è un ultimatum nato oggi. La prima lettera l’abbiamo scritta nel mese di giugno». Guido Borghi (foto a lato), presidente della Società varesina incremento corse cavalli spa, sembra determinato ad andare avanti. Per la società che gestisce l’ippodromo e le corse di galoppo a Varese, allenatori, artieri e cavalli devono lasciare le scuderie di via Galdino. Quell’area serve alla società.

Per farci cosa, presidente Borghi?

«Ho incaricato uno studio di ingegneria per capire i lavori che dobbiamo fare e per farli ho bisogno delle scuderie libere. Guardi che la mia posizione è obbligata. Primo perché non ci sono i soldi, secondo perché c’è un’ordinanza, terzo perché l’Unire mi ha levato dei soldi, quarto perché abbiamo il più bel centro di allenamento del Nord Italia, che è quello di Caravate, e quindi non serve averne due».

Quanti soldi prendete dall’Unire? E perché è mancata in questi anni la manutenzione delle scuderie di via Galdino?

«Varese non è un centro di allenamento e quest’anno per i servizi che dò ad allenatori e proprietari avrò 950 mila euro in meno dall’Unire, un taglio del 50 per cento a fronte di un aumento dei costi. L’anno scorso abbiamo avuto una perdita di bilancio di 173 mila euro. Oggi tutti dobbiamo fare sacrifici. Noi come Varesina li stiamo facendo. E così i miei fornitori e i miei dipendenti. In questi anni gli azionisti hanno messo 4 milioni e mezzo di euro di tasca loro».

Gli allenatori contestano il centro di Caravate perché non sarebbe ancora ultimato e con  vari problemi: dalla mancanza dell’acqua alla viabilità.

«Ho un documento che dichiara che il centro di Castelverde è di eccellenza, fino all’altro ieri c’erano 120 cavalli, poi abbiamo dato lo sfratto a chi c’era perché non pagava. Quindi a Caravate c’è posto, c’è una pista di 2000 metri, una in sabbia e una in erba e 50 ettari di verde intorno. Per quanto riguarda la strada, i camion possono usare quella interna alla tenuta che arriva alla superstrada di Besozzo. A me piacciono i centri grossi e penso che non abbia senso allenare un cavallo a Varese perché antitetico rispetto a quello che deve essere un centro di allenamento. Se non vogliono Caravate, a Milano ci sono mille box liberi, vadano lì».

Mi risulta che lei tiene i suoi cavalli in Toscana
, è vero?
«Guardi che ho solo sette giumente con i puledri. Sono tempi durissimi per tutti. Si parla tanto di questi 120 cavalli nelle scuderie di Varese, ma non capisco perché ne escono solo 30 al giorno e gli altri cosa fanno? Dei cavalli stanziali che stanno a Varese, c’è una media di sei, sette partenti per giornata. Molti anni fa le scuderie venivano usate durante il periodo estivo e c’erano anche nomi importanti perché qui da noi si sta meglio per via del clima. Nel resto dell’anno a Varese rimanevano solo una ventina di cavalli»

Conferma di aver già tagliato il servizio di guardia notturna?

«E con che cosa lo pago, 80 mila euro all’anno io non ce li ho. Inoltre, ho più 250 mila euro di crediti verso le scuderie. Quando si poteva c’era l’abitudine di pagare gli affitti nei momenti in cui le scuderie vincevano delle corse e siccome non vincono i soldi non arrivano. Mica posso andarli a prendere a Roma».

Non mi ha ancora detto che cosa ci vuole fare nell’area delle scuderie. Che cosa risponde, dunque, a chi dice che questa è una manovra per fare una speculazione edilizia?

«Tutte le aree al mondo devono avere il loro indirizzo e qualunque cosa io farò in quell’area i soldi li metterò nell’ippodromo delle Bettole. In tutti questi anni abbiamo investito circa 35 milioni di euro senza alcun aiuto dal Comune. Non mi sono mai arricchito attraverso lo sport e mai lo farò».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Gennaio 2012
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