Candiani: “Alleanza col Pdl non è una questione di vita o morte”
Il primo cittadino lancia anche una proposta provocazione a partiti e liste che si presenteranno: “Un incontro con tutti per trasmettere l’esperienza di questi anni”
«A livello amministrativo ho sempre dato più peso alle persone che agli schieramenti, quindi è ancora presto per parlare dell’alleanza con il Popolo delle libertà per le prossime elezioni amministrative». Il sindaco di Tradate, Stefano Candiani, non si sbilancia dopo le dichiarazioni di Roberto Maroni a “Che tempo che fa”, in cui l’ex ministro sottolineava che alle prossime amministrative non vi sarebbe stata alcuna alleanza con il partito di Berlusconi.
Candiani, non si potrà ricandidare come primo cittadino, non prende una posizione netta sulla questione. Lui stesso è sindaco da 10 anni a Tradate con il sostegno del Popolo delle libertà, il cui coordinatore cittadino, in una recente intervista, ha chiesto che il prossimo candidato dell’alleanza sia proprio del Pdl. «Una richiesta legittima – commenta Candiani -, ma bisogna fare i conti anche con quella che è l’anima dei cittadini di Tradate, forse più vicini al pensiero leghista». Sulla questione dell’alleanza sembra però non ci siano veti ufficiali: «Credo che il rapporto con tutte le persone che scenderanno in campo non debba essere offuscato da partecipazioni politiche con il simbolo. Non ne farei una questione di vita o di morte l’alleanza con il Pdl. E poi tutto è ancora in anticipo rispetto ai tempi».
Candiani conferma anche quanto detto dal segretario cittadino del Carroccio, Carlo Bernardoni, «ma voglio aggiungere una proposta, una provocazione seria a tutte le forze che si vogliono confrontare alle prossime elezioni – spiega il primo cittadino -. Mi piacerebbe mettermi a disposizione per chiunque si voglia candidare, tramite un incontro pubblico o privato, non importa. Che siano forze politiche o liste civiche. Un incontro sulle cose fatte o sulle iniziative messe in campo per i prossimi anni. Questo perché credo che chi si presenterà alle prossime elezioni debba conoscere realisticamente la situazione. Ritengo che il lavoro fatto non possa essere etichettato politicamente, ma voglio pensare che sia un patrimonio della città, una esperienza che venga messa a disposizione di tutti, perché si deve partire da ciò che c’è».
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