Il 2012 proclamato anno “dell’invecchiamento attivo”

A 64 anni si è ormai vecchi e dai 41 non si è più giovani. In Europa, l'esercito degli "over" cresce e chiede maggiori spazi e riconoscimenti

I leader europei Il 2012 è stato proclamato l’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà fra le generazioni. Invecchiamento attivo significa avere di più dalla vita al lavoro, in famiglia e nella propria comunità locale, anche una volta superata una certa età. I risultati dell’indagine Eurobarometro presentata dalla Commissione all’inizio dell’anno dicono che il 71% dei cittadini europei è consapevole che la popolazione UE sta invecchiando, ma soltanto il 42% è preoccupato per tale sviluppo. Chi sembra essere più preoccupato sono invece i decisori politici dei Paesi europei. Per la maggior parte dei cittadini le persone di 55 anni svolgono un ruolo importante nella società e più del 60 per cento ritiene che si dovrebbe consentire di lavorare anche dopo l’età pensionabile. Un terzo degli intervistati lavorerebbe volentieri più a lungo, soprattutto se si tratta di chi è più vicino alla soglia della pensione.

Lazlo Andor, Commissario per l’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione, ha dichiarato: "L’indagine Eurobarometro indica che le persone sono pronte a rimanere attive via via che invecchiano. Sono fiducioso che l’Anno europeo fungerà da catalizzatore per mobilitare i cittadini, le persone interessate e i decisori stimolandoli ad agire per promuovere l’invecchiamento attivo e affrontare in modo positivo le sfide poste dall’invecchiamento."

Anche se i cittadini europei ritengono che si inizi ad essere considerati vecchi poco prima dei 64 anni e che non si sia più considerati giovani a partire dai 41,8, soltanto un cittadino europeo su tre è d’accordo con l’aumento dell’età pensionabile entro il 2030, mentre ciò costituisce una chiara priorità politica in diversi Paesi UE.
Il 61 per cento dei cittadini crede che si dovrebbe consentire di continuare a lavorare anche una volta raggiunta l’età ufficiale del pensionamento e il 53 per cento respinge l’idea di un’età di pensionamento obbligatoria. Quasi due terzi dei cittadini europei condividono l’idea che
combinare un lavoro part-time e una pensione parziale sia più attraente di un pensionamento pieno. Una cosa sono le idee e un’altra sono le iniziative concrete in quanto, anche se l’età pensionabile tipica è di 65 anni e il 42 per cento dei cittadini europei ritiene di essere in grado di svolgere il proprio lavoro anche oltre, l’età media di uscita dal mercato del lavoro nel 2009 si situava a circa 61,5 anni.

L’Anno europeo per l’invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni (http://europa.eu/ey2012/) promuove misure che consentono agli anziani di rimanere attivi, in primo luogo incoraggiando i lavoratori anziani a rimanere nel mondo del lavoro, migliorando le condizioni lavorative e l’accesso all’apprendimento permanente. In secondo luogo sarà necessario un riesame fiscale per assicurare che vi siano incentivi reali a lavorare più a lungo.
La partecipazione degli anziani alla società verrà promossa attraverso ad esempio opere di volontariato e la promozione della salute e medicina preventiva, facendo leva su misure atte a garantire una vita autonoma sana il più a lungo possibile e a garantire infrastrutture più idonee.

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Pubblicato il 18 Gennaio 2012
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