Treno bloccato, l’odissea dei pendolari
Quella vissuta dai pendolari del treno Milano-Varese è un’autentica odissea. Chi era sul treno delle 19.06 è stato costretto a stare a bordo con le porte serrate per oltre tre ore, senza informazioni o quasi
Quella vissuta dai pendolari del treno Milano-Varese è un’autentica odissea. Chi era sul treno delle 19.06 è stato costretto a stare a bordo con le porte serrate per oltre tre ore, senza informazioni, se non sporadiche e a spizzichi e bocconi: «Ci hanno detto che qualcuno è finito sotto il treno, ma poi più nulla – spiega uno dei pendolari a bordo del convoglio -. Siamo stati bloccati per un’infinità di tempo. La strada è qui a 10 metri, ma non hanno aperto le porte fino a che non hanno finito i rilievi, anche se il cadavere, dalle poche cose che sappiamo, è dietro l’ultima carrozza. Una cosa assurda, una comunicazione in tre ore è un po’ pochino per chi paga il biglietto per ogni santo giorno e vorrebbe quanto meno un trattamento civile. Capisco, capiamo tutti le esigenze delle forze dell’ordine, ma lasciarci a bordo, in pieno inverno, senza uno straccio di informazione sul nostro destino è veramente incivile». Tra le persone costrette sul treno regna la rassegnazione: chi legge i giornali del giorno, chi prosegue il lavoro abbandonato da poco, chi si guarda intorno rassegnato, mentre la rabbia monta di minuto in minuto, di ora in ora. Il treno è ripartito dopo le 23.05 verso Venegono, dove i passeggeri sono stati fatti salire su un altro convoglio che è giunto finalmente a destinazione. Ce l’hanno fatta in meno tempo, ma comunque a costo di una buone dose di sofferenza i passeggeri del treno partito alle 19.30 da Milano: «Ci hanno prima fermato a Cislago e poi fatto salire su un bus sostitutivo fino a Malnate – spiega un’altra utente, questa volta saltuaria, della linea di Trenord -. Lì però ci hanno “abbandonato”: nessuno in stazione, nessuno che ci ha detto nulla. Quando alla fine è arrivato un altro bus, fortunatamente siamo riusciti a fermarlo, perché stava andando via senza aspettare nessuno. Una cosa da pazzi. Io sono riuscita ad arrivare a Varese alle 22.30».
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