“Caro presidente, riformi la pubblica amministrazione”

Lettera apertura del sindaco Lorenzo Guzzetti al premier Monti: “È impensabile dover aspettare per mesi un timbro da Roma”

Egregio Presidente,

abbiamo assistito impietriti dalla sua portata devastante alla manovra “salva-Italia”, poi al decreto “cresci-Italia” con le tanto sbandierate ”liberalizzazioni” chiuse con uno degli interventi più populisti della storia quello dei 1300 euro lordi al mese decurtati sugli stipendi ai parlamentari. Ora, però, arrivi a quella che il mio assessore Leva chiama “la ciccia”.

 

Cos’è la “ciccia”? Caro Presidente, riformi la Pubblica Amministrazione. Un minuto prima dell’articolo 18 (sul quale io credo abbia più ragioni che torti) abbia il coraggio Lei, paladino dell’equità e della sobrietà, di toccare davvero chi poi “concretizza i nostri sogni” che non sono tanto i politici, quanto i funzionari che siedono tutti i giorni negli uffici pubblici.

Caro Monti, ci faccia vedere il Suo coraggio. Ci dia una bella riforma della Pubblica Amministrazione dopo le sciagurate Leggi Bassanini e rimetta davvero il potere nelle mani di chi viene eletto e scelto dal popolo. Perchè non è plausibile che chi viene eletto e scelto dal popolo debba poi vedersi imposti tempi e metodi dalla burocrazia e, soprattutto, da persone che non si è scelti ma che si è trovati. E che, soprattutto, mandano tutti i giorni a mente la prima regola della Pubblica Amministrazione:“prima o poi il politico se ne andrà, ma io rimarrò.”

 

“Nonno Mario” (come bonariamente viene appellato sul sito della Presidenza del Consiglio), dia almeno una possibilità a chi viene scelto dai cittadini e che poi lavora dentro alla macchina amministrativa di pagare di più a chi lavora di più e di pagare meno chi lavora meno o produce meno. Oppure di lasciare a casa chi proprio non fa nulla o crea ostacoli alla normale attività amministrativa. Certo, mi si dirà, questa cosa è possibile. Ma la realtà dice che un iter del genere è impraticabile solo a metterlo su carta…figurarsi a metterlo in pratica.

Dica, caro Premier, che è impensabile dover aspettare per mesi un timbro da Roma (come scriveva qualche giorno fa il sindaco Renzi sulla sua bacheca Facebook) come è altrettanto fuori dalla realtà dover far aspettare a un’azienda quasi un anno per completare la procedura di SUAP per un ampliamento. Ha mai provato a vedere quali faldoni si creano per certe procedure? Chili, chili e chili di carta. Carta su carta! Poi, ma solo poi, ci venga a dire che il lavoro non c’è e a farci le prediche sui “bamboccioni” di padoaschioppana memoria…

 

Ecco dove sono curioso di vedere la Sua vera forza. Accontentati i palati dei“pretoni” di sinistra  con il titolone “Tagli alla casta” ora dia il cibo ai palati fini, a quelli che queste cose le vivono ogni giorno. Vuole tagliare i parlamentari, i consiglieri regionali, provinciali e comunali? Ci vorrà ridurre ancora di più l’indennità? Pronti, eccoci pronti al tremendo sacrificio. Ma prima tocchi la vera casta, non quella che ci mette la “faccia” e un’altra parte del corpo, ma quella che è lì, inamovibile, sempiterna, ingiudicabile e che condiziona (senza metterci la ”faccia”) proprio il destino di chi invece dai cittadini va davvero a chiedere fiducia.

 

Ecco, caro Premier, questo glielo volevo dire perchè vorrei scongiurarLe il tremendo contrappasso di sentirsi rispondere, quando non sarà più premier e i riflettori si spegneranno anche su di Lei in qualche ufficio della Pubblica Amministrazione: “guardi, non è di mia competenza”. Seconda regola della Pubblica Amministrazione.

Mistero della fede per chi nel 2012 lavora, paga le tasse (e tante!) e viene giudicato solo su una cosa: i risultati.

Questi sconosciuti in certi uffici…

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Febbraio 2012
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