“Gli stipendi di Amsc? I cittadini risparmiano 96mila euro”
La mozione del PdL in consiglio comunale ha permesso al centrosinistra di rivendicare la riduzione dei costi. Così i dati riaccendono anche lo scontro sulla vecchia gestione di Amsc e 3SG-Camelot
Il PdL chiede trasparenza sulle nomine nelle aziende partecipate del Comune, ma la mossa si è rivelata un boomerang per gli ex amministratori: prima si è scoperto che una parte dei dati chiesti (incarichi e stipendi) erano già sul sito, poi in consiglio comunale il capogruppo del Pd Giovanni Pignataro ha rincarato la dose, con un confronto diretto tra gestione "targata" centrodestra e nuova "gestione"di Amsc e 3SG-Camelot. «La spesa totale per CdA Amsc nel 2010 era di 313mila euro lordi; attualmente, grazie alla riduzione volontaria del 10% e a due rinunce totali all’emolumento, la spesa è è di 216 mila euro lordi.
96mila euro in meno» ha rivendicato Pignataro, ricordando anche la rinuncia totale alla figura di direttore generale in Impianti&Servizi, precedentemente ricoperta da Nino Caianiello (altri 150mila euro l’anno in meno di spesa). Il caso più estremo di riduzione degli stipendi al CdA è quello di Commerciale Gas, dove due figure hanno rinunciato ai compensi: si è passati da 18.400 euro a 3.030, con un taglio secco dell’84%. «A questo si aggiunge il costo dell’auto aziendale: in media 11 mila euro all’anno, nel 2011 sono stati spesi in sei mesi e mezzo 11.307,40 euro. Noi invece crediamo che non ci sia bisogno dell’auto aziendale».
La pagina del sito del Comune dove si trovano i dati su incarichi e stipendi
Dal canto suo il PdL ha affidato la replica a Giuseppe De Bernardi Martignoni (a destra nella foto con il capogruppo Massimo Bossi), che ha giudicato «una epurazione» l’eliminazione del direttore generale Nino Caianiello, al pari di quella di Angelo Crespi al Maga – che si dimetterà a fine febbraio e lascerà il posto a Flavio Caroli – e di Carlo Morandi – che ha lasciato l’istituto Puccini. De Bernardi Martignoni si è detto perplesso delle cifre presentate («non capisco come possano essere così diversi dai compensi del passato») e ha rimarcato come «ancora non si sia vista la riduzione del numero di società di Amsc, operazione che era nel programma di Guenzani. Il dibattito, dunque, non ha evitato asprezze da ambo le parti, in un clima di contrapposizione frontale che ancora si fatica a superare, in particolare sull’operato dell’ex presidente Nino Caianiello (Il Pd, ad esempio, ha voluto rimarcare anche la percentuale dell’emolumento all’ex presidente sul totale delle società Amsc).
Non solo Amsc, comunque: il capogruppo del Pd ha ricordato anche la cancellazione dei compensi anche in 3SG-Camelot: «Era prevista dalla legge, dal decreto 78/2010, non l’abbiamo neppure scelta noi. Peccato che prima del centrosinistra nessuno se ne fosse accorto: sono stati erogati 51mila euro nel 2010 e 25 mila nel 2011. Siamo sicuri – ha ironizzato ancora Pignataro – che l’ex presidente (Paolo Caravati, ndr) vorrà restituirli, anche se alcune dichiarazioni fatte alla stampa facevano pensare il contrario».
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