“La zona verde tra Gallarate e Busto Arsizio va difesa”
L'osservazione presentata da Coop Lombardia riapre il dibattito sul futuro della zona e l'assessore Angelo Senaldi spiega la posizione dell'amministrazione: "Le aree naturali sono importanti per la città, non solo il verde attrezzato"
«È fondamentale mantenere una zona verde che
faccia da cuscinetto con il territorio di Busto». Dopo che l’osservazione presentata da Coop ha riproposto il futuro dell’area lungo la 336, l’assessore all’urbanistica di Gallarate Angelo Senaldi precisa la posizione dell’amministrazione comunale, impegnata nel percorso di revisione del Pgt: «Il confronto aperto con tutti, cittadini e operatori, è nelle corde di queste amministrazione, ma tra le linee guida del Pgt e le proposte di Immobiliare Futura trovo poca corrispondenza». Per l’amministrazione comunale rimane prioritario, infatti, difendere la zona verde che – tra Madonna in Campagna e Arnate – rappresenta l’ultimo lembo di terreno agricolo e di bosco rimasto nella zona di pianura: «L’idea di un parco urbano (messa in primo piano in campagna elettorale, ndr) rimane forte» dice ancora Senaldi. Che commenta anche le osservazioni di Coop sullo scarso valore naturalistico della zona: «L’idea che il verde non qualificato sia un verde che non vale nulla non è condivisibile, anzi direi è anche una idea vecchia: la vegetazione comunque assorbe CO2 e libera ossigeno e ha una funzione precisa per la qualità di vita degli abitati». «Non può valere il principio per cui se un’area è parzialmente compromessa, deve essere sacrificata: ulteriori interventi pesanti sull’area avrebbero conseguenze anche in termini di traffico e di accessibilità». E questo anche tenendo in considerazione l’impatto delle nuove infrastrutture viabilistiche (in particolare la nuova Statale 341) e senza dimenticare che – nel Pgt voluto dall’amministrazione di centrodestra e ancora in vigore fino al termine della revisione del Pgt – la "variante 336" prevede comunque edificazioni in zona.
È vero però che oggi l’area a ridosso della superstrada
è anche punteggiata di interventi "umani"- piccoli depositi, magazzini, piccole discariche abusive – ma il valore di una zona comunque ancora in gran parte naturale – ribadisce Senaldi – rimane, anche per il suo valore urbanistico, per definire lo spazio della città. «Riteniamo fondamentale mantenere una zona verde che faccia da cuscinetto di Busto: vorremmo preservare il verde almeno su un lato della città, visto che le altre aree di confine sono compromesse», nel senso che le aree urbanizzate di Cassano Magnago, Cardano al Campo e una parte di Samarate si sono saldate anni fa con l’abitato di Gallarate. L’area tutelata potrebbe servire per mantenere la
divisione degli abitati, un po’ come nel caso del Parco Alto Milanese tra Busto Arsizio e Legnano. Nel primo incontro della variante del Pgt si è parlato anche della riscoperta e tutela dell’attività agricola, anche minima, come elemento di qualificazione e cura del territorio: un’idea che vale solo per le aree più pregiate della collina o anche per la zona di pianura di cui parliamo? «È una idea anche per questa zona, è chiaro che poi comunque c’è un lavoro da fare per acquisire i terreni e rendere quell’area di proprietà comunale».
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