Fare Cittadinanza inizia i suoi “esercizi di democrazia”

L'associazione culturale cattolica propone giovedì 8 marzo un incontro con Grazia Villa, la presidente della Rosa Bianca. Tema: la democrazia e la rappresentanza

Viviamo un tornante della Storia in cui gli spread si allargano non solo nella finanza ma anche nelle disuguaglianze e nelle ingiustizie sociali. La sfiducia dei cittadini, esacerbati dalle difficoltà economiche e dalla debolezza delle risposte della politica, si allarga al sistema della rappresentanza dei partiti, al progetto stesso della convivenza che mina la base delle dinamiche della cittadinanza e della rappresentanza democratica. "Cittadinanza e sovranità popolare, esercizi di democrazia per donne e uomini di oggi" è il titolo dell’incontro che l’Associazione culturale Fare Cittadinanza ha organizzato per giovedì 8 marzo alle ore 21:00, presso la sala di via Tommaseo 11 a Gallarate con Grazia Villa, Presidente della Rosa Bianca.

L’intento della serata è ragionare sulla rappresentanza politica, sulle sue dinamiche e rischi. I partiti leaderistici e padronali, il ruolo delle televisioni nella formazione del consenso, lo stile cooptativo che sembra avere contagiato anche i partiti di più lunga tradizione rendono l’argomento della rappresentanza sensibile ed attuale, e riguarda tanto le donne quanto gli uomini. L’occasione è davvero speciale perché sarà a Gallarate Grazia Villa, avvocato, intellettuale, donna impegnata nel cattolicesimo democratico, presidente dell’associazione Rosa Bianca: un momento di approfondimento e di confronto da non perdere.

L’Associazione Fare Cittadinanza nasce dalla riflessione di un gruppo di amici convinti che la politica è efficace se prima di tutto, prima cioè dei conflitti e delle legittime contrapposizioni, risponde ad una domanda di appartenenza di una comunità, coscienza collettiva di un destino comune. Da qui la scelta del nome “fare cittadinanza”, intesa come consapevolezza di appartenere ad una comunità, coscienza di un comune destino nell’ambito del territorio locale come nella più allargata famiglia europea. Ragionando di “cittadinanza” e di “fare”, l’Associazione si ispira alla tradizione del cattolicesimo democratico: riannodare il filo smarrito del discorso sul senso di collettività in un tempo in cui il valore della solidarietà si sta affievolendo, recuperare i tratti distintivi dell’agire da cattolici ovvero atteggiamenti di inclusione, di ascolto delle ragioni dell’altro senza paura delle differenze.

Una delle parole distintive dell’Associazione è “fedeltà”: fedeltà alla Chiesa nello spirito del Concilio, fedeltà alla polis nello spirito della Costituzione; contro i pericoli di un clericalismo di ritorno, contro le insidie di un assetto politico “metacostituzionale”, perché «anche il silenzio è pericoloso perché ha il sapore di resa di fronte alle massime questioni della nostra società» (C.M.Martini).

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Marzo 2012
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