A Varese disoccupazione giovanile da record
I dati forniti dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio rivelano che nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni la quota dei giovani alla ricerca di un lavoro è del 33,8%. Le ragazze sono le più penalizzate
I dati forniti dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Varese sono impietosi: la disoccupazione giovanile in provincia di Varese ha raggiunto livelli da record. Nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni la quota delle ragazze e dei ragazzi alla ricerca di un lavoro è passata dal 20,7%, dato riferito alla fine del 2010, all’attuale 33,8%. Percentuale mai così vicina alla "catastrofe" occupazionale nazionale che si attesta a quota 35,9%.
Una crescita che va di pari passo con l’aumento della disoccupazione complessiva sul territorio provinciale: nella nostra provincia infatti si è saliti dal 5,3% del 2010 a un valore pari al 7,7%, corrispondente a ben 31mila persone. Quest’ultima percentuale rappresenta il dato più alto in Lombardia e il peggiore per la nostra provincia almeno dell’ultimo decennio, superiore anche al 6,3% del 2009, anno nero dell’economia varesina come di quella internazionale.
Lo spread provinciale – calcolato analogamente a quello finanziario come differenza tra i due tassi in valore assoluto – tra la disoccupazione giovanile e quella totale è salito a 2.610 punti base. Entrando nel dettaglio, sono soprattutto le giovani donne ad avere difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro: la fascia 15-24 anni presenta per loro un tasso di disoccupazione elevatissimo, addirittura il 42,6% (era il 25,7% nel 2010). Un balzo in avanti collegato anche – come si legge nella ricerca “Varese 2020” recentemente resa nota – alla crescita della popolazione femminile locale in questa fascia d’età che risulta superiore a quella maschile e persino alla media regionale.
La sfida dell’occupazione delle giovani donne si presenta quindi come una delle chiavi di volta per assicurare prospettive di sviluppo socioeconomico al nostro territorio, garantendo altresì un miglior collegamento tra orientamento, formazione e mondo produttivo in rosa. Si tratta insomma di permettere alle donne varesine di superare le attuali difficoltà all’entrata per garantire continuità a una situazione che, nell’arco degli anni, ha sempre visto per loro un alto tasso di partecipazione al lavoro. L’occupazione femminile in provincia rimane infatti più alta (sfiora il 60% nella fascia 20-64 anni) delle medie italiane (49,9%) e lombarde (58,8%) e non lontana da quella europea (EU27 62,3%). Si tratta dunque di mantenere e anzi continuare a migliorare tale livello.
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