Dialogo sull’economia “civile” per ricordare Marino Bergamaschi
L'appuntamento è per mercoledì 2 maggio (17.30) al Palazzo dei Giureconsulti. Organizzano Confartigianato Lombardia e Confartigianato Varese con la Fondazione San Giuseppe. Luigino Bruni parla di economia civile
La piccola impresa e gli equilibri del mercato. La responsabilità sociale e la capacità di rappresentare, all’interno dell’azienda, ciò che la società produce di buono, funzionale, amicale. L’economia civile.
E’ questo il tema che il professore Luigino Bruni, docente di Economia Politica all’Università Bicocca-Milano, affronterà mercoledì 2 maggio, dalle ore 17.30, al Palazzo dei Giureconsulti di Milano in occasione della giornata dedicata a Marino Bergamaschi (foto a destra) e dal titolo “Dialoghi con…”.
L’incontro è organizzato da Confartigianato Lombardia e Confartigianato Imprese Varese con la Fondazione San Giuseppe dell’Associazione Artigiani di Varese.
Interverranno: Mauro Colombo (Direttore generale di Confartigianato Varese), Giorgio Merletti (Presidente di Confartigianato Varese, Confartigianato Lombardia e vicepresidente Confartigianato Imprese) e Cesare Fumagalli (Segretario generale Confartigianato Imprese).
Al centro dell’attenzione, l’analisi di Bruni rivolta a “Le virtù del mercato” e in linea con quegli approfondimenti sociali che il sistema Confartigianato ha inaugurato proprio lo scorso anno, sempre a Milano, con il professore Stefano Zamagni. Bruni, vicedirettore del centro interuniversitario di ricerca sull’etica d’impresa Econometica e Direttore del Corso di perfezionamento in “Economia civile e non-profit”, da anni indaga con curiosità quel mercato che può essere “civile e civilizzante”. E lo racconta con editoriali su Cittanuova, Avvenire, Mondo e Missione, Vita.
Obiettivo di “Dialoghi con…” è quello di tessere un filo rosso tra la realtà della piccola impresa e ciò che la rende un attore sociale degno di particolare attenzione. Dichiara, Giorgio Merletti: «La società civile chiede agli imprenditori di assolvere i compiti tipici dello stato, della chiesa e della famiglia. Chiede, alle imprese, continuità nel tempo e sostenibilità. Di produrre benefici diretti a favore della comunità. E di coinvolgere tutti gli attori sociali con forti legami sul territorio. In un’economia che dovrebbe essere, allo stesso tempo, sociale e morale».
In sintesi, non solo profitto ma anche passione, ideali e rapporti umani. Tutti quei valori che non si possono considerare merci e che fanno di un’impresa, una “buona” impresa. Perché si premiano anche l’idea, l’intuito e l’entusiasmo. Ecco perché è importante parlare di vocazione imprenditoriale, di missione, di fiducia e relazioni sociali genuine. «Nelle piccole imprese, da sempre si tenta la via – prosegue Merletti – di essere utili gli uni agli altri. Quindi, l’economia civile non è un concetto astratto di chi fa la piccola impresa. Di chi si sente il protagonista di un’azienda che non è, banalmente, capitale, costi e ricavi. Un’azienda dove l’uomo vive di una dimensione etica, relazionale e motivazionale».
Sono questi i concetti sui quali si concentrerà Luigino Bruni: civil concorrenza, speranza, fraternità, indipendenza, innovazione, anti-narcisismo, cooperare e competere. «Perché l’imprenditore – scrive il professore – non è colui che si taglia la sua fetta di mercato. E’ colui che si preoccupa di “produrre torte”. Si avvantaggia senza temere di avvantaggiare gli altri. E’ la sfida della “civile concorrenza”: idea vincente per uscire dalla crisi».
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