Giosuè Romano, commissario all’Isis Città di Luino
Il docente di italiano dell'Itpa Casula sarà membro esterno a Luino. Una vita spesa tra scuola e teatro, senza dimenticare i ragazzi con cui gli piace confrontarsi
Giosuè Romano sarà commissario esterno all’Isis Città di Luino. E’ stato nominato come docente di italiano. Insegna all’Itpa Casula di Varese ed è molto noto per il suo impegno nel teatro: scrive e recita con la sua compagnia “I Traballanti”. Napoletano nello spirito e nella chiacchiera, è un acuto commentatore della vita ( tanti e sempre puntuali i suoi interventi su Varesenews) e del mondo della scuola.
Cos’è per lei l’Esame di Stato?
E’ un rituale stanco che dovrebbe essere rivisto : una commissione tutta interna con cui si discute di tutte le materie. Quello che è diventato oggi è una comica: a metà strada tra il web e la ceralacca, con ambizioni tecnologiche anche se poggia sul volontariato di molti docenti che lavorano per spirito di servizio. Siamo considerati pubblici ufficiali anche se poi lo Stato non ha alcun riguardo. Io vorrei essere considerato un professionista serio, che si impegna per un progetto serio.
Come devono affrontare l’esame i ragazzi?
Devono stare tranquilli. Io vado a valutare ciò che fanno e hanno fatto. Non devono dimostrare capacità mirabolanti. Non faccio il tuttologo: mi metto in ascolto di chi mi sta di fronte, a cui chiedo di dimostrare le proprie capacità, in modo consapevole. Se hanno lavorato con serietà, devono venire sereni.
Ma non esiste severo o buono. Esistono risposte che ci sono e risposte che non vengono. Io cerco sempre di valutare il bicchiere mezzo pieno. Anche perché l’altro se lo è già bevuto qualcuno….
Ha qualche parte del programma che preferisce?
Io sono sempre curioso di avere un confronto con ambienti nuovi, docenti e studenti. Mi piace cogliere la freschezza di una considerazione., di un ragionamento. E’ chiaro che io ho le mie preferenze: la poesia di Leopardi e la poesia in genere, la storia contemporanea. Io, però, sono abituato a pulirmi i piedi e a chiedere permesso quando entro in casa d’altri
I furbi quelli che cercano di far passare la furbizia per intelligenza. Io chiedo spontaneità, devono buttar fuori ciò che sanno. Io vado a tastare piano piano il terreno, finchè posso addentrarmi. Mi piace dare soddisfazioni ai ragazzi. A me piace molto parlare con i giovani, starli ad ascoltare: così capita spesso che sin dal primo giorno li conosca per nome uno per uno.
Quanto deve durare una prova orale?
Massimo un’ora. Io capisco velocemente il tipo di approccio dello studente. Se si va oltre è per dare al ragazzo la possibilità di dimostrare la propria preparazione, così da dare onore al merito.
Siate tranquilli e sereni. Seri ma voi stessi, senza giocare a nascondino
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