“La frana è un problema per tutta la Lombardia”
Parla il sindaco Guido Colombo. Giovedì il sopralluogo degli assessori e dei consiglieri regionali. "I detriti nelle dighe dei canali, rischio per agricoltura e centrali elettriche. Servono soldi per intervenire"
Tra sopralluoghi e telefonate febbrili, il sindaco di Somma Guido Colombo è completamente preso dalla vicenda della frana staccatasi dalla collina sopra al Ticino, al Panperduto. Crolla la casa sul ciglio della collina, i detriti della frana finiscono nel fiume e nella diga del Canale Villoresi, la situazione è grave: «Aspettiamo gli esponenti politici della Regione, che verranno domani: il nostro auspicio è che si rendano conto della gravità della situazione», spiega il sindaco, che ha avuto una nuova riunione con il prefetto e che ha dovuto prendere atto di quel che in consiglio regionale, ieri, ha detto ufficialmente l’assessore alla protezione civile Romano La Russa: la Regione non può intervenire direttamente, nel senso che non può metterci risorse economiche.
La questione prioritaria, è quasi superfluo dirlo, sono i soldi: «Dateci soldi al di fuori del patto di stabilità, questo chiediamo: 550mila euro li abbiamo già messi per i lavori, in parte vanificati dai nuovi crolli, ora ipotizziamo almeno ancora un milione di euro». Ma le regole che il governo detta sul patto sono rigidissim. «E nessuno ci dà lo stato di calamità naturale. Non ce lo danno, non ce lo danno», ripete sconsolato Colombo, che ha tenuto costantemente aggiornato il prefetto di Varese proprio per far capire a Roma la gravità della situazione.
«Quel che ci interessa è la conoscenza dello stato dei luoghi anche da parte dei politici regionali. Qui siamo di fronte ad un problema particolare, c’è un aggravio anche sulla gestione dell’acqua alla diga del Panperduto». La "gettata" della frana, composta di terra e ghiaione, si è riversata nel Ticino proprio tra lo sbocco del torrente Strona e il bacino della diga del Panperduto (foto sopra), da cui vengono derivate le acque del Canale Villoresi e del Canale Industriale. «La terra in sospensione, la ghiaia che dalla frana scende attraverso il fiume si deposita nelle paratie della diga, potrebbero alla lunga anche bloccarsi, provocando problemi all’irrigazione delle campagne lombarde, così
come l’acqua melmosa potrebbe creare problemi alle turbine delle centrali». Per ora è solo un’ipotesi vaga, ma non così campata per aria: dal canale industriale dipendono per ragioni diverse ben tre centrali elettriche, quelle di Vizzola Ticino, Tornavento e Turbigo. «La centrale di Turbigo dà energia elettrica a mezza Milano, se dovessero fermare delle turbine e mancasse l’energia forse si accorgerebbero di quanto è grave la situazione».
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