Ferraioli ticinesi in lotta. Contro le aziende italiane
Il 18 luglio organizzata da Unia una giornata di mobilitazione cantonale indetta dai lavoratori del ferro ticinesi. Contro «gli speculatori senza scrupoli», soprattutto italiani
A poco più di un anno dal grande sciopero del 4 luglio 2011 a Lugano contro il malaffare nel settore dell’edilizia, il fenomeno torna in Svizzera a far parlare di sé e domani, il 18 luglio 2012, sarà al centro di una giornata di mobilitazione cantonale indetta questa volta dai ferraioli del sindacato Unia Ticino.
Il settore della posa del ferro in Ticino, che impiega circa 220 operai nel cantone, è infatti divenuto «Terreno di conquista per speculatori senza scrupoli che arrecano danno all’economia e alimentano i fenomeni di sfruttamento e di messa in concorrenza di tutti i salariati» come dicono dal sindacato. A preoccupare in modo particolare è «Il comportamento sospetto di alcune ditte italiane insediatesi recentemente in Ticino che si fanno strada con offerte del 35-40 per cento inferiori ai normali prezzi di mercato. Offerte sostenibili solo speculando sulla qualità e sulle condizioni di lavoro dei dipendenti e che rischiano di fare scuola e travolgere l’intero settore».
Per manifestare la loro ferma intenzione di contrastare queste infiltrazioni di mala-edilizia, mercoledì 18 luglio i ferraioli ticinesi abbandoneranno i cantieri e si riuniranno in assemblea a Bellinzona: il ritrovo è alle 10 all’Expocentro, dove poi si svolgerà l’assemblea: ma la protesta durerà tutta la giornata, e nel pomeriggio daranno vita a una manifestazione nelle vie del centro.
Scopo della giornata è quello di rendere attenti i cittadini, le autorità politiche, il padronato, i committenti pubblici e privati sul «potenziale di pericolo che questo fenomeno comporta per l’intera collettività e sulla necessità di adottare con urgenza delle contromisure».
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