Un cigno nero a Porto Ceresio, l’esperto: “È una specie australiana, non dovrebbe essere qui'”

Sebbene non rappresenti una minaccia diretta per l'ambiente locale, l'esperto Milo Manica del GIO Gruppo Ornitologico Insubrico suggerisce di evitare la riproduzione per prevenire possibili problematiche legate alla competizione con altre specie

Cigno nero Porto Ceresio

Un cigno nero ha “preso casa” a Porto Ceresio, e ha attirato l’attenzione di residenti e turisti. Un episodio che richiama alla mente quanto accaduto con la gru coronata, fuggita da un negozio di animali a Varese e “atterrata” alla Schiranna. Avvistamenti che possono sembrare curiosi e per certi versi affascinanti, ma non si tratta di una buona notizia per l’ecosistema locale.

Come spiega Milo Manica, presidente del GIO, Gruppo Ornitologico Insubrico: «Quello di Porto Ceresio è un Cygnus atratus, una specie australiana introdotta in Europa a scopo ornamentale. Probabilmente qualcuno lo ha acquistato per tenerlo in giardino, ma poi si è stancato e l’ha liberato. Una scelta poco responsabile». 
L’esperto sottolinea come la soluzione ideale, in casi come questi, quando, per qualche motivo non ci si può più prendere cura di una animale, sarebbe quella di restituirlo al negozio dove è stato acquistato, ricordando che «tutti questi animali dovrebbero essere dotati di un anello di riconoscimento».

Il destino del cigno nero e le sue possibili implicazioni per l’ambiente che lo ospita sono oggetto di attenzione. «Non ci si aspetta un impatto diretto sulla biodiversità, in quanto il cigno nero non è una specie invasiva», precisa Manica. «Tuttavia, è importante che non si cerchi di introdurre un compagno per l’animale. Sebbene non si accoppi con i cigni autoctoni, sarebbe opportuno evitarne la riproduzione. Le problematiche principali potrebbero derivare dalla competizione con altre specie e dalla potenziale trasmissione di malattie».

Il fenomeno dell’introduzione di animali non autoctoni nella nostra provincia è in crescita.

Generico 12 May 2025
(nella foto le oche canadese con i cinque pulcini)

A tal proposito, Manica segnala un altro episodio significativo: «Ad Angera sono nati cinque pulcini di oca canadese, segnando la prima nidificazione di questa specie in Lombardia. Questi esemplari si sono adattati all’ambiente e sono già in fase di riproduzione. Proprio ieri, uno dei genitori ha attaccato un cigno. Sono animali molto aggressivi, potrebbero anche attaccare le persone che si avvicinano per curiosità o per fornire cibo, altra pratica sconsigliata e da scoraggiare».
L’inserimento di specie non native negli ecosistemi locali può comportare sfide per l’equilibrio ecologico, e la prudenza è fondamentale per prevenire danni potenzialmente gravi alla fauna e alla flora autoctone.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Maggio 2025
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da lenny54

    Anche gli aironi erano stati introdotti tanti anni fa, mangiano mezzo chilo di pesce al giorno e sono la rovina dell’ecosistema e dei pescatori. E il pesce siluro? Altra specie dannosa!

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