All’ippodromo di Varese servono tre milioni di euro
La manifestazione "Il cavallo e la brughiera" ha organizzato una tavola rotonda con esperti e protagonisti dell'ippica per fare il punto della situazione. Sullo sfondo la grande incognita della nascente Lega Ippica. Borghi rilancia il progetto delle Bettole
Troppe divisioni, troppi personalismi, troppe lamentele e una grande incognita: la lega ippica. La tavola rotonda, organizzata nell’ambito della manifestazione “Il cavallo e la brughiera”, che si tiene in questi giorni a Casorate Sempione, non ha dato le risposte che ci si attendeva. Eppure al tavolo dei relatori e soprattutto tra il pubblico presente al ristorante «Le querce» c’erano gli interlocutori giusti: il senatore Roberto Mura (Lega Nord) uno degli artefici del progetto di legge per la “rifondazione” del settore, Guido Borghi , presidente della Svicc (Società varesina incremento corse cavalli) che gestisce l’ippodromo delle Bettole di Varese, l’allenatore di galoppo Massimo Garavini, Luciana Ruffinelli, assessore regionale allo Sport, e il giornalista Alessandro Ferrario a fare da moderatore.
La lega ippica, il nuovo soggetto che dovrebbe governare il mondo del cavallo, è una perfetta sconosciuta: quasi nulla si conosce della sua governance, del suo cda e della sua organizzazione. «L’unica cosa su cui tutti sono d’accordo al cento per cento – ha detto Alessandro Ferraris, allevatore di trottatori – è che la gestione dell’ippica è fallita, morta. E non è più proponibile da parte di un ente pubblico. Ci vorrebbe anche per noi un Sergio Marchionne».
Il problema è evitare i gravissimi errori commessi dall’Unire (oggi Assi), l’ente pubblico che sovrintendeva tutto ciò che ruotava intorno al cavallo. Il primo punto è fare pulizia per colpire ed estromettere tutti quelli che in questi anni «hanno abbassato la soglia morale dell’ambiente e accogliere l’imprenditoria sana che sia in grado di investire». Insomma, una barriera all’entrata che garantisca una partecipazione di livello.
E se da un parte Garavini auspica una collaborazione vera tra ippica ed equitazione, attraverso anche una riqualificazione degli ippodromi italiani che comprenda entrambe le discipline – com’è nei piani tra l’altro della Svicc – c’è invece chi, come Franco Castelfranchi, già segretario dell’associazione allevatori (Anac), sostiene che il problema non siano i soldi perché «ce ne sono più in Italia che in Inghilterra» e tantomeno gli ippodromi dei quali di potrebbe fare tranquillamente a meno per tornare agli impianti amatoriali. «Il vero problema – ha precisato Castelfranchi – è che mancano gli interlocutori. Inoltre nel progetto della lega ippica il cavallo da sella non compare nemmeno».
La querelle tra Borghi e gli allenatori di galoppo per il trasferimento di uomini e cavalli dalle scuderie di Varese al centro di allenamento di Castelverde di Caravate ha avuto un’appendice anche nella serata di Casorate Sempione. Tra il pubblico era presente infatti il presidente dell’associazione dei trainer Marco Gonnelli che si è detto disponibile a fare un sopralluogo a Caravate insieme allo stesso Borghi. Ma la sensazione, dopo lo scambio di battute tra i due, è che “lo sgombero” delle antiche scuderie non sarà nè facile nè imminente. Il presidente della Svicc ha detto che per i prossimi anni all’ippodromo di Varese servirano almeno tre milioni di euro per portare il trotto e riqualificare l’impianto, soldi che nei piani di Borghi dovrebbero arrivare dalla trasformazione delle scuderie di via Galdino in abitazioni di tipo residenziale. «La Svicc quest’anno chiuderà con 500 mila euro di perdite- ha precisato Borghi – a causa anche dei tagli di 900 mila euro decisi dal Governo. I soci (tra cui c’è anche il costruttore Salvatore Ligresti con una quota pari al 30% ndr) hanno apportato 2 milioni e 500 mila euro di finanziamento non remunerato e il cda è da cinque anni che non viene pagato. Ecco perché l’ippodromo non puo’ essere votato solo all’ippica».
Il senatore Mura ha concluso dicendo che la soluzione ai mali dell’ippica va trovata all’interno degli ippodromi, con un’unica condizione: «no alle slot machine». Alle Bettole di Varese ci sono già.
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