Ping Pong tra carta e rete? Vince la rete!

Il futuro del giornalismo, e dei giornalisti, ai tempi di internet. Questi e altri i temi sviluppati questa mattina, giovedì 11 ottobre, alla tavola rotonda organizzata dall'Ordine dei Giornalisti

“Ping Pong tra rete e carta”. Social network, internet, giornali di carta o on-line. Ma qual è il futuro del giornalismo? Mentre la ricerca di Enrico Finzi, presidente di AstraRicerche (foto a lato), racconta una crescita sempre maggiore degli “internauti” (da 16.2 milioni nel luglio 2009 a 20.3 nel luglio 2012) si cerca di capire qual è la strada del giornalismo oggi, sempre più connesso e “costretto” ad interfacciarsi con i nuovi media.

 
Un tema che è stato ampiamente discusso questa mattina, giovedì 11 ottobre, durante il convegno organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e che si è tenuto all’Aula Magna dell’Università Statale di Milano. Al tavolo Giulio Anselmi, presidente di Fieg, Mario Giordano direttore di TgCom24, Claudio Giua direttore sviluppo e innovazione Gruppo L’espresso/Repubblica), Danda Santini direttrice di Elle, Barbara Stefanelli vice direttrice del Corriere della Sera, Eric Sylvers corrispondente da Milano del Financial Times. Moderatrice dell’incontro Raffaella Calandra, inviata di Radio24.
 
In platea molti giornalisti e studenti che hanno seguito l’incontro con smart phone alla mano: «Spunti dai tweet irrompono nel dibattito dei relatori al tavolo "#twikiodg”. È la normalità, mica l’eccezione», spiega infatti Giua dal suo profilo Twitter, appunto.
 
Un affermazione che conferma un nuovo modo di comunicare, immediato, facile, comodo e concreto. Caratteristiche che, come spiegato dalla ricerca di Finzi, descrivono il successo di internet come di un mezzo sempre più utilizzato per la ricerca di notizie, surclassando media come la televisione e “mordendo” nel territorio della carta.
 
Nonostante i piccoli e grandi problemi che segnano la difficoltà di fare un buon giornalismo, dal convegno si evince che nessun quotidiano può evitare di prendere in considerazione internet. E se c’è chi dice, come Mario Giordano che «La notizia è come il maiale, non si butta via niente», c’è chi spinge i giornali italiani, come Eric Sylvers «A rischiare di più, come fanno quelli anglosassoni». Ci si chiede quindi se le notizie sul web vadano messe a pagamento oppure no. Ci si chiede cosa vogliano i lettori ma anche di cosa abbiano bisogno gli editori. Ci si chiede dove vada a finire la buona qualità delle notizie se i giornali devono far fronte a continui tagli ma anche quali siano le preferenze dei fruitori. Un convegno, quindi, che ha toccato molti temi e che nonostante il black out che ha visto l’università Statale senza corrente per diversi minuti, ha sollevato questioni sempre più discusse dagli addetti ai lavori ma non solo. Perché è proprio il giornalismo on-line a doversi confrontare sempre di più con i suoi lettori. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Ottobre 2012
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