Ascanio Celestini contro “il gioco sporco dei significati”
Ascanio Celestini torna a Varese con "Discorsi alla nazione": per sperimentare con i varesini lo spettacolo che prenderà vita, nella sua forma ufficiale, il prossimo aprile. E che parla dell'importanza delle parole
Ascanio Celestini torna a Varese. E ci torna, giovedì 29 novembre al teatro Nuovo di Varese, per sperimentare con i suoi spettatori lo spettacolo che prenderà vita, nella sua forma ufficiale, il prossimo aprile. «“Discorsi alla nazione” è lo studio per uno spettacolo che debutterà alla fine d’aprile prossimo – spiega il regista e autore, nuova punta di diamante del teatro di narrazione – Lo sto portando in giro dallo scorso luglio e sta pian piano cambiando. Non si tratta tanto di un racconto su avvenimenti attuali o storici, ma di un racconto surreale, metaforico»
Metaforico anche nella ambientazione, in un paese "X" dove c’è la guerra civile e ci si immagina che i politici dicano davvero quello che pensano, esprimendo così una violenza verbale che divide i potenti dai cittadini. Un punto di partenza un po’ diverso da quello a cui ci aveva abituato Celestini in alcuni dei suoi spettacoli più famosi, come “Radio Clandestina” o “Scemo di guerra” «In alcuni spettacoli sono partito, in effetti, da avvenimenti storici. Anche il mio ultimo spettacolo, “Pro Patria”, parla del carcere partendo a una serie di avvenimenti storici. In questo caso però non c’è davvero nessun legame con il presente, se non l’idea del potere: che alimentiamo con registrazioni di attualità. Portando in giro questo studio facciamo ascoltare registrazioni, come quella della voce di Bush, o – fino a poco tempo fa – quella di Marchionne: quindi, si può dire che anche l’attualità rientra in queste storie, le racconto però in senso metaforico».
Uno spettacolo che, più di altri, parla di parole: «Diciamo che in questi ultimi anni abbiamo perso un po’ il senso del loro significato. Noi stiamo assistendo a una mutazione linguistica, che cambia la relazione tra le parole e le cose. in questi ultimi anni abbiamo assistito, in particolare, a un gioco sporco rispetto ai significati e allo sdoganamento di una violenza che nasce nel linguaggio e finisce nelle azioni quotidiane. E’ quello, per esempio, che è successo in Ruanda nel 1994: un milione di morti in tre mesi , solo perchè il significato delle parole è cambiato. Perchè un milione di persone è difficile ucciderle, ma un milione di “scarfaggi” come avevano cominciato a chiamare i Tutsi, non solo è possibile, ma dà pure un senso di pulizia».
Una trasformazione della lingua che ha avuto effetti drammatici in quella regione, ma che non manca di preoccupare anche il nostro paese: «In qualche modo anche da noi è successo qualcosa di simile, quando Berlusconi disse ai giovani del Pdl “Ma che belle facce di ragazze e di ragazzi che vedo. Mentre quelli di sinistra, la mattina, quando si guardano allo specchio, si rovinano la giornata”: non è solo una battuta, è un modo di fomentare e dividere i cittadini. Per questo cerco di raccontare la mutazione del linguaggio, di come le parole finiscono per cambiare le cose. Di certi cambiamenti è necessario prenderne atto. E prenderne atto è già un passo avanti, nonchè un modo per non cadere nel tranello che pongono».
La prevendita dei biglietti per lo spettacolo di Ascanio Celestini "Discorsi alla Nazione" è già partita e continuerà fino al giorno della rappresentazione, il 29 novembre: da martedì a sabato, dalle 20.00 alle 22.00, direttamente alle casse del teatro Nuovo. Per informazioni www.arciragtime.it, arciragtime@gmail.com.
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