Gli studenti: “Pronti a tutto per le nostre scuole”

Le migliaia di studenti che hanno invaso le piazze della città hanno ben chiaro cosa vogliono e anche “se fino ad ora abbiamo rispettato la legge” non si escludono nuove forme di protesta: l’occupazione degli istituti.

Sono arrivati, puntuali alle 8 del mattino, da 15 scuole della Provincia per la grande
manifestazione organizzata nelle vie del centro di Busto Arsizio
. All’appello lanciato dal neonato comitato studentesco della città hanno risposto 7.500 studenti secondo gli organizzatori (meno della metà dicono le forze dell’ordine, ndr) ma in ogni caso la manifestazione si è rivelata un successo. «Siamo venuti tutti qui per difendere il nostro diritto allo studio -spiega Ilaria Crespi, moderatrice del Liceo Tosi- perchè le riforme in discussione a Roma mettono a rischio il nostro futuro». Più volte nel corso della manifestazione gli studenti hanno infatti contestato la legge di stabilità «che taglia ulteriori fondi» e il disegno di legge dell’Onorevole Valentina Aprea (PDL) che «comporta il rischio dell’annullamento della rappresentanza studentesca negli organi decisionali» delle scuole e, soprattuto, «dà il via libera all’ingresso dei privati nella scuola pubblica».
Spaventati e preoccupati da questa prospettiva a migliaia si sono riversati in piazza dopo due giorni di mobilitazione in ogni scuola. Tutto è cominciato con l’accampamento fuori dal Candiani e poi, passando per le assemblee dell’Itc Tosi, gli esperti convocati allo Scientifico e le turbolente proteste dell’ISIS Facchinetti si è arrivati alla piazza. «Abbiamo voluto mettere in atto una manifestazione assolutamente pacifica e non violenta -spiega Monica Rizzo, rappresentante dell’Artistico- per far passare il vero messaggio di questa mobilitazione». La paura degli studenti era infatti quella che l’eco di eventuali tafferugli o scontri con la polizia superasse le voci dei manifestanti e per questo, per tutta la mattinata, un imponente servizio d’ordine ha sedato sul nascere qualsiasi forma di tensione al punto che gli agenti di polizia, presenti in tenuta anti sommossa, hanno lasciato sui mezzi blindati i loro scudi.
In questi giorni di mobilitazioni gli studenti hanno dimostrato di voler rispettare tutte le leggi e le regole dei loro istituti, ma nei prossimi giorni la protesta contro i tagli all’istruzione potrebbe prendere nuove vie. «Decideremo con le prossime assemblee cosa fare» annuncia Luca Cerri, rappresentate del Candiani, non escludendo la possibilità di «smettere di continuare a seguire la strada della legalità» nel caso in cui il silenzio che avvolge le proteste in tutta Italia non si interrompa e si apra un tavolo di confronto. Tradotto significa che, se non arriveranno risposte, nei prossimi giorni gli studenti valuteranno se occupare o no i propri istituti, aggiungendosi al centinaio di scuole che oggi sono già presidiate notte e giorno. «Non vogliamo togliere il diritto allo studio a nessuno -continua Luca- ma se non verremo ascoltati valuteremo come continuare questa protesta».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Novembre 2012
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