L’accordo prevede il punto “Assunzione figli”
Nell'intesa tra Gruppo Ubi Banca e sindacati compare un punto riguardante le nuove assunzioni: il 6% sarà riservato ai figli dei dipendenti che abbiano presentato domanda di cessazione del rapporto di lavoro
In tempi di lotta dura alla casta e ai privilegi riservati a parenti e affini a tutti i livelli, nell’accordo sottoscritto tra il Gruppo Ubi Banca e i sindacati (Fabi, Dircredito, Fiba-Cisl, Sinfub, Ugl, Uilca) compare un punto riguardante le nuove assunzioni. Si tratta della voce «Assunzione figli» dove si dispone che «il 6% delle assunzioni entro il 2015 siano riservate ai figli di colleghe/i che abbiano presentato domanda di cessazione del rapporto di lavoro (Fondo solidarietà o pensione), previa verifica dei requisiti necessari per ricoprire, tempo per tempo, le posizioni disponibili». Insomma, una sorta di scambio: il genitore accetta di uscire, se in banca entra il figlio. «È una previsione molto soft – spiega Rosalina Di Spirito, segretario provinciale della Fabi – dove diciamo all’azienda che quando selezionerà i nuovi ingressi deve dare la possibilità di entrare, con una selezione complessiva e senza canali privilegiati. Parliamo del 6 % delle nuove assunzioni che a livello nazionale saranno 240 e in provincia di Varese 15».
Difficile non immaginare un canale privilegiato in questo meccanismo, per lo meno nella selezione dei candidati per il colloquio di assunzione. Forse il posto in banca per i giovani in cerca di lavoro non ha più l’attrattività di un tempo, però in un momento dove il lavoro scarseggia è molto probabile che questa possibilità se la vorrebbero giocare in tanti. «Lavorare in banca oggi non è più come un tempo- conclude il segretario della Fabi -. Solo per i profili molto alti e i laureati il lavoro in banca rimane un’opportunità interessante di carriera».
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