Boarezzo, quando i signori arrivavano al grand hotel
Da lussuosa meta di vacanze a fabbrica di munizioni durante la guerra per poi morire dopo il boom. Storia di una perla d'altri tempi
Ci sono perle nascoste nel bosco che si trovano quasi per caso, e a fermarsi a leggerle, parlano del passato. Una di queste è il grand hotel di Boarezzo, Valganna. Una storia che parte da lontano e che è stata in questi giorni ricostruita in modo avvincente da Paolo Ricciardi, animatore di Valganna.info, e riproposta ai lettori di Varesenews. Un’iperbole che parte negli anni ’20 del secolo scorso: la storia del Grande Albergo di Boarezzo (conosciuto anche come "Albergo Piambello"). «Voluto e costruito negli anni 20 da Giovanni Chini, autentico "artista" nel modellare il cemento (ha decorato la sontuosa galleria della Stazione Centrale di Milano e la Stazione Marittima dei Ponte dei Mille a Genova)
l’albergo riuscì ad arrivare ad un massimo di 70 camere con una sala da pranzo in grado di ospitare oltre 200 persone», racconta Ricciardi.
Nella parte inferiore dell’albergo (costruito su tre piani) c’era il grande garage, mentre nel parco si poteva usufruire del campo da tennis, bocce o della sala biliardo.
Il periodo di maggior splendore si ebbe tra gli anni ’30; prima della guerra le sue camere erano sempre piene nel periodo estivo, mentre durante la stagione fredda erano in parecchi a fermarsi per un fine settimana di mezza montagna: venivano dalla città, da Milano, per respirare aria buona e immergersi nella natura.
Poi la guerra, la crisi del Paese e lo sforzo bellico: a Boarezzo si trasferisce un’azienda di armamenti che si sposta da Bologna per arrivare qui nel Varesotto e produrre proiettili per l’esercito.
«Alla fine della guerra quale risarcimento dai danni provocati, l’azienda finanziò il restauro della chiesa parrocchiale completandola con dipinti». E proprio la guerra segnò il declino dell’hotel che subisce la concorrenza del boom economico: tutti al mare, tutti con la 500: nel ’70 l’albergo chiude per fallimento. Le decorazioni sbiadiscono, i mobili fine ‘800 spariti, come i camini e quanto un hotel di pregio può custodire. Da allora la struttura è in vendita e di proprietà della famiglia Chini.
Ecco il link con ulteriori foto:
http://www.valganna.info/phpBB3/viewtopic.php?f=11&t=217
e il video :
http://vimeo.com/20208340#at=0
A cura di Paolo Ricciardi per Valganna.info
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