Ex-Mostra del Tessile, cosa resta di un’epoca
Ormai solo qualche foto di politici e imprenditori che la visitavano negli anni '50 per il resto è un rudere che da decenni attende una riqualificazione e nel frattempo ha ospitato ravers e senza tetto
Dopo anni di abbandono e di degrado qualcosa torna a muoversi nella grande area dell’ex-Mostra del Tessile di Castellanza. Le ruspe sono tornate a movimentare i calcinacci dello stabile abbattuto qualche anno fa, perchè costantemente occupato da senza tetto, con l’intento di ripulire l’area e, probabilmente, passare alla demolizione del grande capannone di quella che una volta doveva rappresentare la vetrina dei prodotti tessili di Varesotto e Altomilanese.
LA NASCITA – Era il 1951 quando il banchiere Benigno Airoldi, gli industriali Antonio Tognella, Carlo Schapira, Enrico Candiani, l’allora sindaco di Busto Arsizio Giovanni Rossini e i parlamentari Facchinetti, Morelli, Tosi crearono la Mostra Internazionale del Tessile. La progettazione dell’edificio fu affidata a Enrico Castiglioni, Luigi Crespi, Carlo Fontana ed Eugenio Prandina. Nonostante fosse stata costruita sul territorio di Castellanza, il progetto fu sviluppato da un consorzio in cui Busto Arsizio ebbe una parte dominante grazie allo spirito dei suoi industriali e della politica (nella foto uno stand nel 1951). La grande struttura funzionò pochi decenni prima di finire nell’oblio più totale, passando nelle mani della Camera di Commercio e cambiando nome e finalità, fino alla chiusura e alla vendita a soggetti privati.
I fari si riaccesero sull’area quando un gruppo di 300 ragazzi la occuparono per un rave party, era il 16 febbraio 2008. Dopo quell’avvenimento il problema dell’area abbandonata si ripropose fino all’anno dopo, quando dopo frequenti e continue occupazioni degli edifici, si decise l’abbattimento degli uffici lasciando in piedi il solo capannone. Circa due anni fa l’impresa edile che ne detiene la proprietà pensò alla realizzazione di due grattacieli contornati da un parco ma la successiva crisi economico-finanziaria e del settore edile bloccò l’iniziativa.
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