Operaio morto sulla Pedemontana, il cordoglio
Un’altra morte bianca nei cantieri delle grandi opere stradali lombarde: i commenti
Sono trascorsi solo pochi giorni dall’ultimo gravissimo incidente sul lavoro nel quale è morto un operaio che stava lavorando al cantiere della terza corsia sull’autostrada A9 e oggi si registra un’altra morte bianca nei cantieri delle grandi opere stradali lombarde: quella di un operaio di 53 anni che stava lavorando allo scavo della galleria di Morazzone, nei pressi del comune di Lozza presso il cantiere della Pedemontana lombarda. Ecco i commenti di cordoglio.
«Esprimo, a nome mio e della Società il più vivo cordoglio per il tragico incidente accaduto oggi al cantiere di Lozza – è ciò che dichiara pubblicamente Salvatore Lombardo, presidente di Autostrada Pedemontana Lombarda Spa – In questi momenti quando le parole rischiano di essere vuote voglio assicurare la mia vicinanza alla famiglia di Costanzo Palmo e ad i suoi compagni di lavoro».
«Questi avvenimenti ci ricordano che non bisogna mai abbassare la guardia sul livello di sicurezza nei luoghi di lavoro, specialmente quando si tratta di attività potenzialmente pericolose come quelle che si svolgono all’interno di cantieri edili dove si realizzano infrastrutture di grande portata – ha sottolineato il consigliere Pd Stefano Tosi – La cultura della prevenzione e della sicurezza nei cantieri va implementata ogni giorno per porre fine al continuo verificarsi di episodi come questo».
«Sono profondamente addolorato per la morte di un operaio che quest’oggi é avvenuta sul cantiere di Pedemontana – commenta Raffaele Cattaneo, ex assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia – Il mio pensiero va in primo luogo alla famiglia ed anche ai colleghi colpiti da questo grave lutto. Per quanto ho potuto vedere sul cantiere di Pedemontana c’é sempre stata grande attenzione sul tema della sicurezza, ma ovviamente su opere di tale complessitá il rischio di una tragica fatalità è sempre in agguato».
Franz Foti: «C’è chi prepara bozze di programma, limiti alla prestazione di lavoro in entrata e in uscita, nuove gabbie per esercitare potere di sfruttamento su altre persone. E solo queste ultime sono però quelle che mettono a rischio la propria vita e talvolta la perdono anche, come Palmo».
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