Il nuovo Varese ha la firma di Castori

Per Ferreira Pinto, Marino e Juan Antonio il mister è un padre calcistico. Ecco le parole dei nuovi dopo il primo allenamento al completo con i compagni

Il Varese ha sempre più l’impronta del suo allenatore. Con l’ultimo calciomercato, all’ombra del Sacro Monte, sono arrivati altri tre uomini fortemente legati al tecnico marchigiano e sono proprio loro a confermare la devozione verso Fabrizio Castori, «una persona sincera come poche» come tendono a sottolineare. L’affollata conferenza stampa di presentazione dei nuovi arrivi, svoltasi pochi minuti dopo il termine della rifinitura del venerdì mattina, è servita alla società per raccontare qualche retroscena del mercato e ai giocatori per sottolineare la consueta contentezza per il nuovo approdo sportivo e di vita.
La domanda più attesa però è stata quella sul modulo, fatta allo stesso Castori: non è un mistero che, con i tanti innesti in fase offensiva, il Varese potrebbe giocare in maniera più spregiudicata o comunque diversa rispetto al 4-4-2 classico visto dall’avvento di Sannino in poi.
Castori però (ovviamente, visti i suoi dettami) preferisce non scoprirsi, almeno per il momento: «I cambiamenti si fanno quando le cose non funzionano: variare adesso il modulo di gioco non avrebbe molto senso. Piuttosto, con i giocatori arrivati in questa fase, si moltiplicano le soluzioni a disposizione che potremo utilizzare a partita in corso».
Discorso che non fa una grinza, anche se riesce difficile pensare a un Juan Antonio – il giocatore più costoso e inseguito – usato in corsa come arma tattica. L’argentino ringrazia per l’interessamente e si mette a disposizione per qualsiasi modulo: «Io sono un trequartista e lo sanno tutti, però gioco dove me lo chiede il mister. Non ho problemi a spostarmi all’ala, destra o sinistra che sia; so che il Varese gioca in una certa maniera e quindi mi adatterò. Ora ho tanto da imparare, voglio conoscere al più presto i miei nuovi compagni e ripagare sul campo la fiducia che mi ha dato la società». Juan Antonio ha una certa affinità per il "Franco Ossola", almeno con altre maglie: «Con il Brescia segnai, con la Samp conquistammo la Serie A. Ricordo quei giorni: per noi il Varese era un’avversaria tosta e ben organizzata. Anche per quello mi ha interessato l’idea di trasferirmi qui».

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Chi deve a Castori parte del suo successo sui campi da calcio è senz’altro Adriano Ferreira Pinto: «Arrivai in Italia al Lanciano – racconta il brasiliano – che facevo la seconda punta. Dopo sei partite il mister mi mandò a giocare in fascia ma questa scelta non mi ispirava granché. E invece, in quella posizione, ho scalato le varie categorie sino a disputare diverse stagioni in Serie A». È la terza volta che la strada dei due si incrocia: «Quando fallì il Perugia aveva alcune richieste dalla massima serie, ma Castori mi volle con sé a Cesena. Fu un altro trampolino per la mia carriera». E chissà che Varese non abbia lo stesso scopo: Ferreria Pinto è stato operato quest’estate (pulizia delle cartilagini del ginocchio) e vuole dimostrare di essere ancora in grado di bruciare la fascia di competenza. Forse già da Varese-Modena, ma lui non si scopre: «Deciderà Castori» si limita a dire.

Meno noti, ma altrettanto importanti, appaiono Antonio Marino e Michele Franco. Il centrale scalpitava da mesi: «Dovevo arrivare a Varese già quest’estate, poi non se ne fece niente. Anche stavolta sembrava tutto saltato e invece, alle 18,45, è arrivata la bella notizia; io ero già a Milano ma non ci speravo quasi più». Mauro Milanese ha spiegato il perchè: «Fino a quel momento avevamo ancora in lista Kink: appena si è liberato un posto l’abbiamo riempito con Marino che può giocare anche a sinistra, dove è partito Grillo». L’ex giocatore della Reggina si è tenuto in forma vicino a casa sua, con la squadra di Castelvetrano, ed è certo: «Non gioco da sei mesi: non sarò al top fisicamente ma sul piano della voglia non sono secondo a nessuno». Anche lui è un pretoriano di Castori: «L’ho conosciuto ad Ascoli, abbiamo un ottimo rapporto; so che ha a disposizione altri difensori forti ma so anche che con lui chi rende di più alla fine gioca». 
Sulla fascia sinistra invece potremmo vedere fin da subito (è in ballottaggio con Lazaar) Michele Franco, prelevato dal Padova dove non ha avuto molto spazio. «Un ruolo occupato da Renzetti, che in biancoscudato è un totem: è lì da quattro anni, è diventato capitano e soprattutto è un ottimo giocatore. Così io sono stato impiegato in altri ruoli e ho giocato poco». Franco è un difensore che talvolta "frequenta" la classifica cannonieri: «È vero: se vedo che c’è lo spazio per tirare io ci provo; un anno ho concluso la stagione a quota sette gol. Poi, se servisse, tiro anche punizioni e rigori: qualche volta è capitato. Zecchin e Filipe mi hanno parlato bene di Varese, io non vedo l’ora di giocare per ripagare la fiducia che mi è stata data».

Al tavolo delle interviste i quattro giocatori sono stati preceduti da Mauro Milanese ed Enzo Montemurro. È toccato principalmente al direttore sportivo fare il punto della situazione, mostrando una certa soddisfazione. Tra i retroscena interessanti l’avvicinamento a Terlizzi, mai però approfondito: «Christian sarebbe stato molto utile se uno dei pari ruolo fosse partito, ma non era possibile avere quattro centrali così di peso in rosa. Sia per motivi economici sia di equilibrio interno alla squadra: abbiamo voluto anche salvaguardare questi». E sulla cessione della metà di Bernardini ancora biancorossa, i dirigenti sono chiari: «Noi abbiamo cercato di riportarlo qui a ogni sessione di mercato; non è mai accaduto e ora, con il contratto in scadenza a giugno, tutto si sarebbe complicato di più. Era inutile incrinare i rapporti con il Livorno e quindi abbiamo deciso di dare al club una plusvalenza che non fa mai male». Per quanto riguarda l’oneroso contratto di Juan Antonio, la Samp darà una mano al Varese che comunque sgancerà parecchi soldi: «Giocatori come lui o Ferreira costano e, con formule differenti dal prestito secco, non ce li possiamo permettere».

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Pubblicato il 01 Febbraio 2013
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