Quel film di Moretti che giocò sulla debolezza umana
Dopo la notizia shock in tutto il mondo a molti è venuto in mente il film del regista romano
Come si fa a non pensare al film Habemus Papam, non già in queste ore, ma in questi minuti che succedono alla notizia: Benedetto XVI lascerà il pontificato a fine febbraio?
Un fatto così eclatante, che perfino i principali quotidiani stranieri hanno faticato a credere, battendo con timidezza la notizia, per prudenza giornalistica, poi confermata dallo stesso Vaticano.
Così subito dopo le domande di rito: “Ma è già successo?” (risposta: sì), i tanti (italiani specialmente) che hanno visto la pellicola di Moretti nel 2011 hanno avuto l’impressione del déjà vu. Ma in realtà questo film riguarda una tematica profonda, che riguarda le debolezze e le fragilità umane. Qualità che finora papa Ratzinger ha mostrato di possedere. Una condizione che ha saputo dominare e governare soprattutto e con la forza della ragione, senza farsi schiacciare dal peso di un compito così gravoso, pena magistralmente recitata da Michel Piccoli.
Ed è difficile credere perfino che la questione sia quella appuntata con quel garbo e un pizzico di deferenza nei toni di un Nanni Moretti psicanalista che, avvicinatosi al Pontefice nel film, gli chiede: “Santità, problemi con la fede?”. Tutto è possibile, dopo una notizia come questa, ma certamente risulta difficile credere che sia la fede, o la mancanza di essa, alla base di una decisione di questo tenore, visto l’irraggiungibile profilo filosofico e di conoscenza in possesso di Joseph Aloisius Ratzinger, che rimarrà pontefice per qualche settimana, ma che rimane uno dei più grandi pensatori del secolo.
Sarà l’apertura del conclave, ancora, a ricordare la pellicola del regista romano che tuttavia si aprirà con una prassi poco consolidata nella storia della chiesa: il pontefice non sarà morto, ma in vita.
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