“Situazione dell’ospedale è responsabilità della Regione”
Parole del vicesindaco Valeria Valioni che risponde alle critiche della Lega Nord sullo steato dell'ospedale di piazza Borella
«Il comunicato della Lega sulle “colpe” del Sindaco Porro a proposito di presunte carenze del nosocomio cittadino è un capolavoro di ipocrisia e di paradosso. Mi ricordano un gioco che avevano le mie figlie da piccole: da un lato il lupo, dall’altro Cappuccetto rosso; bastava girare il pupazzo e cambiava aspetto e natura. Ma cari signori, come si chiamava l’assessore alla sanità regionale cui si devono i tanti tagli che si sono abbattuti sugli ospedali pubblici? Pare si chiamasse Bresciani; partito: Lega Nord». Parole del vicesindaco Valeria Valioni che risponde alle critiche della Lega Nord sullo steato dell’ospedale di piazza Borella.
«Chi, come la sottoscritta, ha lavorato nelle strutture sanitarie regionali per più di 30 anni sa bene che in Lombardia nulla, ma proprio nulla in sanità si può fare senza l’avallo della Regione. Per cui si investe dove la Regione vuole e si disinveste dove la Regione decide di chiudere i rubinetti. E i rubinetti si stanno chiudendo dappertutto nella sanità pubblica, depauperata da 20 anni di emorragia di risorse a favore della sanità privata, con l’assenso e la collaborazione della Lega. Non si può pensare che le stentoree affermazioni che attribuiscono al Sindaco presunte responsabilità sui tagli delle risorse per l’Ospedale siano meramente frutto di crassa ignoranza (ignoranza delle leggi regionali volute da Formigoni che hanno estromesso gli Enti Locali da qualsivoglia ruolo di garanzia rispetto alle strutture sanitarie; delle funzioni di Comune, ASL, Azienda Ospedaliera ; dei poteri del Sindaco….): è più probabile che si tratti solo di un uso spregiudicato delle comunicazioni a mezzo stampa, teso all’inganno della buona fede degli elettori per fare incetta di voti, in caduta libera dopo i ripetuti scandali in cui la Lega è stata coinvolta, a Roma come in Regione Lombardia. E allora avanti a girare il pupazzo: ieri eravamo il lupo, oggi siamo Cappuccetto rosso».
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