“Costruiamo il mondo che vogliamo”
Delegazioni di studenti di 193 paesi hanno discusso al Palazzo di vetro dell'emergenza acqua. Prove tecniche di governo nel racconto di una giovane partecipante
“We build the world we desire.” Uno slogan pretenzioso o uno stimolante invito ad agire?
Ancora una volta la rassegnazione non è contemplata. Mentre una crisi sempre più penetrante cerca di corrodere gli edifici di un mondo che deve nascere, i giovani rispondono. E si mettono in gioco, nel vero senso della parola.
Anche quest’anno hanno infatti registrato una grande affluenza le prestigiose simulazioni dell’ONU (Organizzazione Nazioni Unite), gestite dall’associazione catanese dei Diplomatici. Unico ente europeo accreditato da United Nations Association of the United States of America (UNA USA) e National Collegiate Conference Association (NCCA) per progetti riguardanti scuole medie inferiori, superiori e università, l’organizzazione sensibilizza i “cittadini di domani” su tematiche di umanitaria importanza, attraverso la gestione di corsi di formazione adatti a sostenere vere e proprie sessioni plenarie nelle vesti di ambasciatori.
193 i Paesi rappresentati dalle delegazioni di ragazzi, 3 i giorni di simulazione vera e propria, uno il topic fondamentale, l’emergenza acqua, e più di 20 le risoluzioni approvate dalle commissioni.
Le proposte per migliorare le condizioni in cui tutti siamo coinvolti non saranno di certo applicate nella realtà, ma questo non toglie nulla alla serietà del progetto: la cerimonia di apertura è avvenuta tra le poltrone della storica sala della General Assembly, al palazzo di vetro di New York, dove costantemente si decide delle nostre vite da quasi un secolo; vi hanno presenziato importanti ospiti del panorama internazionale, come Cesare Maria Ragaglini, il rappresentante permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite, Scott Harrison, fondatore dell’organizzazione “charity: water”, Philippe Kridelka, direttore dell’UNESCO, e Francesco Paolo Tronca, il prefetto capo del dipartimento italiano dei vigili del fuoco.
Un’esperienza inimitabile e difficilmente sostituibile durante il percorso di crescita di ciascuno, un contatto diretto con la più assoluta multiculturalità: questo è l’associazione Diplomatici.
Dialogo, ascolto, confronto, analisi, capacità persuasiva, interpretazione, sicurezza, senso critico e autoironia sono le qualità richieste (in entrata o in uscita). E noi giovani siamo riusciti anche nel 2013 ad applicarle al meglio: ci siamo resi conto del cambiamento che brevi ma intense giornate sono state in grado di portare in noi, ci siamo resi conto di come singoli cambiamenti siano in grado di fare la differenza sul totale. Siamo stati ambasciatori per tre giorni, abbiamo trasmesso il nostro messaggio ad altri e lo abbiamo condiviso, raggiungendo un accordo.
Ora pretendiamo di vederne i risultati: we are the change. We build the world we desire.
Ora pretendiamo di vederne i risultati: we are the change. We build the world we desire.
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