Maga, scadono i contratti. Appelli per salvare il museo

Domenica 3 marzo scadono i contratti di 9 dipendenti, compresi quelli della didattica. In Comune si studia una soluzione che sia sostenibile, intanto partono due diversi appelli: quello dei lavoratori e quello del Premio Arti Visive

A quindici giorni dall’incendio del Maga di Gallarate, il museo e il Comune (di fatto unico “azionista”) sono davanti al primo bivio: come risolvere la questione dei contratti del personale in scadenza? Domenica 3 marzo è il giorno in cui scadono nove contratti di lavoro del personale a tempo determinato e in queste condizioni la riconferma è tutt’altro che certa. «Il Maga finirà così?» si chiedono i dipendenti nella lettera aperta inviata a giornali e amministrazione e che si accompagna all’appello lanciato dal Premio Arti Visive, l’esperienza artistica che – in cinquant’anni – ha costruito la collezione del museo. Tra la Fondazione e il Comune la trattativa è ancora più che aperta, con qualche scintilla tra il presidente Giacomo Buonanno e l’amministrazione comunale, in particolare dopo la conferenza stampa convocata dalla Fondazione venerdì scorso. I vertici del Maga hanno cercato di sollecitare la nuova convenzione (da cui verrebbero le risorse per confermare anche i contratti, l’assessore alla cultura Nicosia ha ribadito la stessa sera di venerdì scorso che bisogna «conciliare l’equilibrio tra due esigenze egualmente importanti», quelle del museo e quelle del bilancio comunale. Maggioranza e amministrazione comunale sanno che – in un momento di difficoltà economica, tra Imu alta e aumenti anche nei servizi essenziali come gli asili – l’uso delle risorse deve essere attentissimo. 

Questo il punto: a distanza di una settimana, in attesa di un accordo, si moltiplicano gli appelli. «Dobbiamo tenere conto che il museo in questo momento non può portare avanti le sue attività compiutamente, in mancanza della struttura» dice l’assessore alla cultura Nicosia. Per contro, proprio i dipendenti fanno notare che rinunciare ai nove lavoratori con contratto in scadenza significherebbe svuotare di valore il museo: «Oggi la possibilità di non vedere confermati i contratti delle figure professionali che fanno vivere da anni il museo, rischia di far sparire un’importante istituzione culturale, determinando quello che si potrà definire il vero spreco». Anche perché – qui sta una delle questioni problematiche, tra i nove dipendenti che rischiano di non essere riconfermati ci sono anche quello che si occupano della didattica, che è forse la parte del museo che più di tutte può essere riavviata in questo momento, anche in mancanza della sede di via De Magri.

Sul fronte delle risorse, bisogna considerare che tutto ancora è a carico del Comune di Gallarate, una prospettiva non facile e che poco si coniuga con l’idea di un ruolo anche territoriale del museo. In questo senso – abbandonati forse certe idee di sinergia con Milano – proprio il Premio Arti Visive si appella anche alla possibilità di un intervento di Provincia, Regione (appena “rieletta”) o persino del Ministero dei Beni Culturali, che è tra i fondatori del Maga (sono solo quattro i musei italiani di cui il Ministero è fondatore). Anche per questo intorno all’appello si vorrebbe costruire un consenso allargato: è già stato sottoscritto dal celebre critico Gillo Dorfles e potrebbe vedere nuove adesioni nei prossimi giorni, anche grazie alla presenza a Gallarate di critici e personalità della cultura ospiti di Filosofarti.

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Pubblicato il 01 Marzo 2013
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