Zanzi: “Sono disgustata dallo strapotere della finanza”
Ambrogina Zanzi, candidata per il rinnovo del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca nella lista di Giorgio Jannone "Ubi Banca ci siamo", denuncia: «Non si cambiano le regole in corsa»
«Sono disgustata dallo strapotere della finanza che non è da meno di quello della politica». Ambrogina Zanzi, varesina candidata nella lista di Giorgio Jannone “Ubi Banca ci siamo”, sabato era in prima fila nell’assemblea dei soci di Ubi Banca per il rinnovo del consiglio di sorveglianza. L’indignazione della professoressa Zanzi ha una ragione precisa: l’apertura delle urne prima della fine di tutti gli ottanta interventi già prenotati. «È una questione di democrazia perché non si cambiano le regole in corsa– spiega la professoressa Zanzi -. Il primo dei nostri interventi aveva il numero 44 e quindi con l’apertura anticipata delle urne non potevamo spiegare le nostre ragioni all’assemblea. Quando il presidente Calvi ha accolto la richiesta fatta dal socio Cesare Giardino, è scoppiato il caos (alla fiera di Bergamo erano presenti 6000 soci ndr). L’ennesima manovra furba, che si va ad aggiungere alla chiusura anticipata di tutte le filiali per far venire a votare anche da Roma».
Il secondo fatto che ha creato un certo scompiglio nell’assemblea e soprattutto sorpresa è stata la dichiarazione di voto di Giorgio Jannone che, con un colpo di teatro e nel bel mezzo della polemica sull’apertura anticipata delle urne, ha annunciato all’assemblea di votare la terza lista, “Ubi banca popolare” capeggiata da Andrea Resti. Una decisione non condivisa che ha colto in contropiede tutti, in primis i sottoscrittori della sua lista e poi lo stesso Resti che nulla sapeva di questa inaspettata e preziosa alleanza, per di più a costo zero. «Mi è dispiaciuto – dice la professoressa Zanzi -. Io ho dato comunque il mio voto a Jannone, perché ho creduto e credo nel progetto della nostra lista che chiede un cambiamento sia nella sostanza che nella forma. L’unica spiegazione del gesto di Jannone, che subito dopo era visibilmente sconvolto, è riconducibile al forte timore che dopo il suo intervento aprissero le urne (Jannone aveva rinunciato a parlare per terzo e scelto di mantenere il numero 53 ricevuto per l’intervento ndr), per cui ha preferito tentare il tutto per tutto. Si è sentito perduto e perciò ha pensato che l’unico modo per contrastare questo gruppo di potere fosse quello di contrapporgli una forza più consistente e non frammentata in due liste. E così ha fatto un passo indietro, un’azione che lo stesso ex direttore generale Masnaga (giubilato poco meno di un mese fa ndr) ha definito generosa».
Il grande rimpianto di Ambrogina Zanzi è che la lista di Jannone, nonostante il suo "harakiri" in favore di Resti, abbia ottenuto 1.548 preferenze, segno che in molti credevano ancora nella sua leadership. «Grazie alla scelta di Jannone – conclude Zanzi – Andrea Resti supera la soglia del 30% e ottiene 5 consiglieri di opposizione».
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