Cina, un paese per l’export
Nel ciclo di seminari su internazionalizzazione promosso da Intesa San Paolo per le Pmi lombarde, è stato preso in esame il paese asiatico, di cui Varese è il terzo esportatore lombardo
E’ continuato, con un nuovo appuntamento dedicato alla Cina, il ciclo di seminari sull’internazionalizzazione promosso da Intesa Sanpaolo per le PMI lombarde, che prevede approfondimenti tematici per Paese e per settori in espansione.
L’incontro di oggi, 24 giugno 2013, realizzato in collaborazione con l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese presso il centro congressi Ville Ponti, è stato introdotto da Giovanni Brugnoli, presidente dell’Unione degli Industriali della provincia di Varese e da Marcello Sala, vice presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo. Sono seguiti gli interventi di Silvia Guizzo, Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, di Paola Barba, Servizio Internazionalizzazione Imprese di Intesa Sanpaolo e di Rosario Pedicini, responsabile filiale di Shanghai di Intesa Sanpaolo. Ha chiuso i lavori Pier Aldo Bauchiero, direttore regionale Lombardia di Intesa Sanpaolo.
L’analisi di Intesa Sanpaolo sottolinea che l’economia cinese è cresciuta ad un tasso medio del 10,2% negli ultimi 12 anni ed è ormai diventata la seconda economia mondiale con una quota di PIL (PPP) sul totale mondiale del 14,3% nel 2011. L’elevata crescita degli investimenti fissi e delle esportazioni ha avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo del Paese, a discapito tuttavia sia dei consumi privati, sia della sostenibilità ambientale e sociale. Il necessario ribilanciamento del modello di crescita cinese a favore di un maggior peso dei consumi privati e di una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale offre nuove opportunità di commercio e investimento per i partner commerciali e per l’Italia.
L’analisi dei flussi di commercio internazionale del Paese – il cui interscambio con il resto del mondo ha toccato nel 2012 i 3867 miliardi dollari (+ 6,2% in più rispetto al 2011) – evidenziano come la Cina sia già il 2° importatore al mondo di tecnologie per l’abbattimento dell’inquinamento e di quelle per l’efficienza energetica. Nel settore biomedicale, inoltre, la quota d’importazioni cinesi è quasi triplicata tra il 2000 e il 2010.
L’interscambio Italia – Cina è sceso nel 2012 a 33,7 miliardi di euro (nel 2011 erano quasi 40 miliardi) e copre circa il 5% dell’interscambio italiano con l’estero. Le relazioni commerciali tra i due paesi privilegiano ancora i settori “tradizionali”: arredamento e moda (dove l’Italia è ben posizionata nelle fasce di alta gamma) e beni capitali. Gli investimenti diretti esteri italiani in Cina coprono a loro volta il 2,1% del totale degli investimenti nel Paese dei Paesi dell’OCSE, posizionando l’Italia agli ultimi posti della classifica. Commercio e investimenti diretti esteri offrono dunque ampi spazi di rafforzamento, in particolare nei settori a più alto potenziale sui quali si vanno concentrando gli sforzi cinesi.
L’export di prodotti manufatti della Lombardia in Cina si è triplicato tra il 2000 e il 2008 (da 781 milioni di euro a 2,4 miliardi) e, dopo la frenata del 2009, ha ripreso a crescere a ritmi sostenuti nel biennio 2010-2011 toccando il massimo storico nel 2011. Al contempo ha registrato una crescita significativa anche l’import che ha raggiunto la cifra record di 11 miliardi di euro nel 2011.
Analogamente a quanto emerso nel resto d’Italia, questo trend si è interrotto nel 2012 (import -12,6%; export -6%). Tuttavia nel primo trimestre 2013 l’export lombardo in Cina ha ripreso a crescere mettendo a segno un aumento tendenziale del 5,3%.
La Lombardia è di gran lunga la prima regione italiana per export verso la Cina: 2,9 miliardi di euro, un terzo circa delle vendite italiane sul mercato cinese e il 2,7% dell’export complessivo della regione. Varese è la terza provincia lombarda per export in Cina (289 milioni di euro pari al 2,9% dell’export complessivo della provincia) alle spalle di Milano e Brescia. L’export provinciale in questo mercato ha toccato un nuovo massimo nel 2012 e, grazie alla spinta del settore dell’aeronautica, ha registrato un balzo nei primi tre mesi del 2013 (+47,7%).
L’export di Varese in Cina è concentrato nella meccanica, che rappresenta il 57% delle vendite complessive; seguono le vendite di aeromobili, chimica, tessile, gomma e plastica. Molto più differenziate le import della provincia con flussi dalla Cina di beni di consumo (abbigliamento ed elettrodomestici), ma anche beni di investimento (elettronica e meccanica) e intermedi (chimica e tessile).
Agli interventi è seguita una tavola rotonda moderata da Emanuele Zerega, direttore Area Lombardia Ovest di Intesa Sanpaolo, cui hanno partecipato alcune imprese del territorio che hanno portato la propria esperienza di aziende varesine di successo in Cina.
«L’Unione degli Industriali della Provincia di Varese ha lanciato nel 2012 un progetto per accrescere la già elevata propensione delle imprese locali all’internazionalizzazione, supportandole nella fase di approccio ai mercati esteri a più elevato potenziale di crescita – ha dichiarato Giovanni Brugnoli, presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese –. Obiettivo del progetto è quello di mettere in contatto, attraverso visite in loco, le nostre aziende con le unità produttive di imprese varesine già presenti da tempo sui mercati internazionali, così da favorire le sinergie e la condivisione di esperienze. Nell’ambito di questo progetto, si inserisce anche il convegno di oggi, organizzato insieme a Intesa Sanpaolo che, grazie alla presenza in Cina, così come in altri paesi, può testimoniare in modo concreto quale sia il percorso di crescita di questo Paese e quali siano oggi le opportunità che si aprono per le imprese italiane».
«Le nostre imprese si trovano a operare in una situazione di incertezza dovuta agli effetti della crisi economica – ha sottolineato Pier Aldo Bauchiero, direttore regionale Lombardia di Intesa Sanpaolo -. In presenza di una domanda interna ancora debole, potenziare le relazioni con l’estero è una strada obbligata per agganciare la ripresa. Ma esportare e delocalizzare oggi non basta più, è necessario guardare ai paesi esteri dove la crescita è più sostenuta e soprattutto ai mercati asiatici, destinati a diventare sempre più il perno dei nuovi equilibri mondiali. Su questo fronte le aziende della Lombardia e della provincia di Varese in particolare stanno facendo molto e costituiscono un esempio per tutto il mondo imprenditoriale italiano».
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