Lega, che batosta: e adesso?
Il carroccio è in grossa crisi, il partito sembra non reggere alla demolizione di Umberto Bossi, ma il vecchio leader non ha la forza di sollevarsi
I dati elettorali ricacciano la Lega Nord in una crisi strutturale che sta facendo tremare la base. Fuori a Treviso e in quasi ogni comune dove si è votato. Maroni governa la Lombardia ma la sua forza elettorale si sta restringendo sempre di più e proprio qui in Lombardia.
Bossi lo vorrebbe disarcionare ma non ha le forze per farlo, inoltre continuano a uscire notizie sui giornali sull’uso poco oculato fatto durante la sua gestione dei fondi pubblici al partito, e questo non aiuta chi vorrebbe riportarlo in sella. «Quando si litiga si perde» dichiara Matteo Salvini, segretario lombardo, ma c’è di più.
I COMMENTATORI
Dario Di Vico sul Corriere della Sera di oggi traccia questa analisi della situazione leghista
La realtà che la Lega 2.0 di Roberto Maroni non riesce né a rassicurare del tutto la pancia del suo elettorato né a indirizzare il Carroccio verso settori più moderati dell’elettorato. Del resto quella che era stata la sua forza, ovvero l’ascolto del territorio, è venuta meno in maniera preoccupante.
I leghisti sanno poco o niente della contrattazione sindacale nelle fabbriche del Nord, sono afasici rispetto ai problemi legati alla razionalizzazione di aeroporti, porti, università e fiere del Nord. Fanno battaglie contro le aperture della grande distribuzione ma, come a Treviso, perdono anche il consenso dei piccoli commercianti.
Un giorno inventano la moneta lombarda, l’altro un referendum consultivo sulla permanenza nell’euro, non sanno che pesci pigliare quando le Confindustrie del Veneto chiedono la Tav fino a Venezia e poi sono sempre alle prese con l’oggetto misterioso della «macroregione», slogan elettorale destinato a restare un ballon d’essai .
I MILITANTI VARESINI
Basta andare nelle bacheche ufficiali di facebook, che ormai valgono come comunicati stampa. Fabio Binelli, iscritto dal 1988 e assessore al territorio a Varese, fa questa considerazione e la illustra con la fotografia di una ghigliottina.
Nel 1988, anno della mia iscrizione alla Lega Lombarda, alle elezioni comunali si raggiungeva il 7%. Nel frattempo uomini della Lega hanno occupato posizioni di altissimo rilievo: parlamentari, ministri, presidenti di Regione. Nel 2013, il risultato elettorale è tornato ai livelli dell’88. Ma allora i Comuni avevano molti più soldi, le Regioni erano viste come una possibile alternativa allo Stato centrale, l’economia funzionava, la gente aveva fiducia. Il sogno degli autonomisti Lombardi, Veneti, Piemontesi è stato distrutto.
Qualcuno deve pagare per questo.
Alessandro Vedani, dirigente ed ex senatore di Buguggiate su facebook allude al fatto che i vertici non stiano decidendo una linea precisa.
se invece le scelte coraggiose di tipo gestionale interno, di strategia politica e elettorale non le hai nemmeno fatte, se hai adottato la filosofia del decidere di non decidere con l’aggravante di avvalerti di dirigenti che non dirigono….
allora la paura si trasforma in terrore del confronto e autoreferenzialitá perchè sai giá che ne usciresti massacrato.
GLI AVVERSARI
Un commento interessante viene dal blog di Giuseppe Adamoli, dirigente nazionale del Partito Democratico ed ex consigliere regionale, che conosce molto bene la politica e la Lega in Lombardia.
Il pieno di poltrone locali e regionali, grazie alle concessioni interessate di Berlusconi che voleva la Lega gregaria a Roma, l’ha seriamente danneggiata. C’è stato un periodo in cui avevano più posti che persone in grado di occuparli con merito.
In più il carisma di Maroni non è certo quello del Bossi di una volta. Lega finita dunque? No, ma si è chiuso per sempre il sogno dell’egemonia sul Nord.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
PaoloFilterfree su "La sanità pubblica è a rischio privatizzazione": la raccolta firme on line contro il taglio delle tariffe
elenera su La patente a 18 anni? "Non è più uno status symbol"
Felice su La patente a 18 anni? "Non è più uno status symbol"
Alessandra Toni su "La sanità pubblica è a rischio privatizzazione": la raccolta firme on line contro il taglio delle tariffe
lenny54 su "La sanità pubblica è a rischio privatizzazione": la raccolta firme on line contro il taglio delle tariffe
Valeria Vernon su MV Agusta la situazione è critica: il sindacato dice no ai licenziamenti collettivi
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.