Sannino e Ousmane: due storie di calcio che strappano applausi
Tanta gente nella serata dedicata all'ex allenatore del Varese. Un appuntamento che ha permesso di conoscere la storia di Gaye, giovanissimo calciatore senegalese della Primavera biancorossa
"Oggi sono Don Nino e voi dovete giocare come se foste all’oratorio". A tre anni di distanza da quelle parole che sono entrate nella storia del calcio varesino, don Nino – e cioé Giuseppe Sannino – ha assistito in prima fila e proprio in un oratorio, quello di Gavirate, alla "prima" del docu-film che racconta la sua storia. Il video realizzato da Vito Romaniello va a toccare tutti i momenti della carriera – ma anche della vita – del tecnico napoletano, capace di riportare il Varese in Serie B dopo 25 anni attraverso i playoff con la Cremonese (le parole di inizio articolo vennero pronunciate prima della finale di ritorno, negli spogliatoi del Franco Ossola). Una storia che va al di là di moduli tecnici, di esoneri, di gol e che ha fatto di Sannino un personaggio unico nel mondo del calcio: difficile trovare qualche suo collega di Serie A (l’anno prossimo allenerà il Chievo) capace di fare le pulizie negli ospedali psichiatrici per potersi permettere, al pomeriggio, di stare sul campo di gioco. Una formazione dura, che ha fatto del Beppe quello che tutti conosciamo e che in tanti a Varese amano ancora.
Ecco perché all’oratorio di Gavirate in molti si sono fermati per l’intera serata e hanno applaudito sia il film sia il dibattito successivo in cui Sannino è stato affiancato (oltre che da Romaniello) dal suo vice in biancorosso Stefano Bettinelli. Altra persona al di fuori di certi cliché che, con l’aiuto degli organizzatori della manifestazione JuniorSport, ha permesso a tutti di conoscere la storia di Ousmane Gaye, ragazzo senegalese arrivato con i barconi a Lampedusa inseguendo il sogno del calcio italiano e, negli scorsi mesi, in prova alla Primavera del Varese.
E chissà che Gaye nel Varese non possa davvero giocare: alla serata erano presenti i presidenti di ieri e di oggi in un simbolico passaggio di consegne, Antonio Rosati e Nicola Laurenza. Proprio quest’ultimo ha promesso che si occuperà in prima persona della situazione del giovanissimo giocatore africano; uno di quelli che – per dirla con Sannino – oggi è ancora "in miniera" nel mondo del calcio ma che un domani potrebbe tornare a vedere la luce. Come quella banda di ragazzi in biancorosso che in tre anni è risalita dall’ultimo posto della C2 fino a sfiorare la Serie A.
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