Tra Italia e Brasile a suon di “Saudade”, l’avventura dei Selton
Il gruppo si esibirà domenica 21 luglio al Gash Music Festival di Gazzada Schianno. Appena tornati dal Brasile ci raccontano la loro avventura e i progetti per il futuro
Sarà l’accento portoghese ma parlare con i Selton mette sempre un pò di allegria. Se si ascolta il loro album poi, ci si accorge che ancheggiare diventa una cosa naturale. Appena tornati dal Brasile, si preparano alla tournèe italiana che vede tra le prime date quella del Gash Music Festival (domenica 21 luglio, ingresso libero). Con il loro "Saudade" promettono di far ballare anche Gazzada Schianno, dopo aver attraversato l’oceano con quel disco nato questo inverno e capace di racchiudere sonorità latine, cantautorato pop e un miscuglio di inglese, italiano e portoghese.
A raccontarci le ultime novità della band è Ramiro chitarra e voce dei Selton, quella band composta anche da Ricardo, Eduardo e Daniel che grazie ad uno strano caso del destino ha iniziato la sua carriera artistica in Italia e oggi torna nel suo paese d’origine, Porto Alegre, per proporre la sua musica. E pensare che tutto è nato da Barcellona nel 2005, dove si trovavano per un viaggio di vacanza e dove sono stati scoperti dalle telecamere di MTV (ai tempi di Fabio Volo).
Dopo il disco "Banana alla milanesa" con cover di Jannacci e Cochi e Renato e dopo "Selton", oggi sembrano aver trovato la loro strada e presentano un disco che li rappresenta molto. «Siamo un gruppo che ha sempre lavorato tanto e sempre alla ricerca di cose nuove. Siamo partiti facendo cover dei Beatles, abbiamo suonato un album affrontando lo stile irriverente di Jannacci e l’ironia di Cochi e Renato. Alla fine è nato "Saudade", un disco che racchiude tutto il nostro percorso, l’esperienza di questi anni e la voglia di esprimere in modo chiaro quello che siamo».
Siete nati a Porto Alegre, avete iniziato la carriera in Italia ma poi siete tornati la per suonare questa estate, come è andata?
«La tournèe in Brasile è andata molto bene. Abbiamo suonato a San Paolo, a San Carlo e anche a Porto Alegre e ovunque abbiamo avuto un pubblico caldo e attento. Suonare a Porto Alegre è molto bello, è il posto da dove veniamo e ci hanno sempre seguito. Oggi torniamo a suonare e ritroviamo tanti amici ma anche tante persone che vengono per sentire la nostra musica. E’ divertente poi, avere tra il pubblico, zii, nonni, cugici e amici di sempre»
Pensate di tornare a suonare in Brasile?
«Sì. Al momento è strano pensare che siamo più famosi in Italia che la ma abbiamo imparato a prenderala come una realtà e continueremo a mantenere entrambi i progetti»
"Saudade" ha un significato importante, i brani del disco rispecchiano quel sentimento?
«Saudate è una parola che ha un significato difficile da tradurre. Esprime un sentimento complesso. Quello che si prova quando ti manca qualcosa. Può essere molto positivo o molto negativo perchè riporta a ricordi belli o brutti. A volte è bello avere la mancanza di qualcosa, sentirne la malinconia a volte no. Quando abbiamo deciso di chiamare l’album così non avevamo ancora inserito tutti i brani ma quella parola è stato il "filtro" per sceglierli»
C’è un brano al quale siete particolarmente affezionati?
«E’ difficile da dire, anche perchè siamo in quattro. Teniamo a tutti i pezzi. Penso però che Acroos the sea sia molto emblematico e abbiamo un significato imporante»
Nell’album c’è la collaborazione con Dente in Piccola Sbronza. Ora è venuto con voi in tournèe, come è andata?
«E’ stato molto divertente, all’inizio era molto spaventato ma piano piano si è abituato alla situazione e ci siamo divertiti molto»
Come nasce la vostra passione per la musica?
«Suonavamo tutti e quattro separatamente. Ognuno di noi ha avuto le sue esperienze, tutti abbiamo fatto scuola di musica e poi ci siamo incontrati e abbiamo continuato a farlo»
Avete continuato a farlo un pò da "rock star"…
«Sì, quando siamo in tournèe la vita è un pò così: viviamo dentro ad un furgone, dormiamo poco e suoniamo molto. Quando non siamo in viaggio però continuiamo a lavorare e tutte le mattine ci troviamo per progettare, creare e pensare a dove vuole andare il gruppo. Casa Selton serve anche a questo…».
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