Alla Casa del Sole di Quito arriva la solidarietà varesina
Sei Hic Sunt Leones sono partisti per consegnare a Giori Ferrazzi di Terre des Hommes l’assegno di quindicimila euro raccolti dalla polisportiva varesina per il progetto dedicato ai bambini ecuadoregni
Tutto è cominciato nel giugno del 2012 in occasione della seconda traversata del Lago di Monate organizzata dalla Polisportiva varesina Hinc Sunt Leones. L’idea era quella di sposare il progetto "Le case del sole" di Quito gestito in Ecuador da Terre des Hommes e raccogliere fondi per aiutare le attività della scuola che ogni anno accoglie oltre 500 bambini offrendo istruzione e prima assistenza medica.
L’idea è diventata realtà e grazie all’impegno di molti sono stati raccolti 15.000 Euro con le iscrizioni alle due edizioni della Traversata e alla lotteria che ha venduto oltre 13.000 biglietti.
Lo scorso 16 agosto in sei sono partiti da Varese per portare personalmente l’assegno e visitare La casa del Sole, accolti dal varesino Giori Ferrazzi responsabile di Terre des Hommes in Ecuador e Colombia. Un viaggio, come è facile immaginare, ricco di emozioni raccontato nelle parole che seguono dal presidente degli Hic Sunt Leones Marcello Amirante.
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Hic sunt leones…si può!
Quelli che hanno il dono della narrativa scriverebbero “da mozzare il fiato”. Veramente difficile provare a raccontare cosa sia stato per noi il viaggio in Ecuador alla Casa del sole di Quito, come anche la cavalcata che ci ha portato a prendere quell’aereo: i profumi, i fruscii, le suggestioni sono i colori che ti rimangono sottopelle, sensazioni quasi animali.
Mi piace pensare che alla fine di questa tappa il messaggio che portano dall’Ecuador i sei Leoni che hanno avuto la fortuna di rappresentare la nostra ASD Polisportiva Hic sunt leones sia che si può.
Si può riunirsi con gli amici e chiedersi come fare a darci un senso, un obiettivo per sentirsi vivi.
Si può decidere di assumersi una responsabilità con chi vive aiutando il prossimo e non lo fa per “gioco”.
Si può organizzare un cimento nel lago di Monate pensando a un posto immaginario
Si può pensare a una grande lotteria che coinvolga tutta Varese.
Si può scoprire quanta voglia di fare cose belle ci sia nelle persone.
Si può trovarsi nottetempo con gli amici ad arrotolare bigliettini per l’estrazione.
Si può correre per le strade di Milano con la fierezza di portare un messaggio più grande di noi.
Si può “perdere” i pomeriggi per fare delle magliette che diventino veicolo.
Si può far partecipare 400 persone ad un progetto organizzando la III Traversata dei Leoni
Si può quasi raddoppiare l’obiettivo prestabilito senza demotivarsi in corsa.
Si può organizzare un’asta coi premi non ritirati per rimpinguare la cassa.
Si può emozionarsi come bambini consegnando un assegno simbolico.
Si può onorare l’impegno di andare a Quito a vedere e portare idealmente il cuore di tutti coloro i quali si sono impegnati nell’aiutarci.
Si può essere accolti con entusiasmo dimenticato da chi ci ha proposto il Progetto di Terre des Hommes.
Si può essere accolti in casa come dei parenti vicinissimi senza essersi mai visti prima.
Si può non esser pronti all’accoglienza riservata a noi dai bimbi.
Si può piangere senza riuscire a controllare le emozioni .
Si può visitare per capire che la riconoscenza degli educatori va oltre le somme versate ma nasce proprio dalla gioia di sapere che si ha qualcuno alle proprie spalle.
Si può sentirsi in difetto ricevendo tanto affetto.
Si può incrociare uno sguardo di una donna andina che tiene un libro in mano come fosse un regalo preziosissimo
Si può vedere donne emarginate associarsi per speranza verso il domani, senza un progetto se non quello di una vita migliore.
Si può correre sulla panamericana ascoltando e cantando Gianni Bella e Alberto Fortis come in una gita scolastica degli anni 80.
Si può conoscere una suorina che arrivò in quelle terre negli anni 50 con una barca fatta di cuore.
Si può festeggiare l’acqua con 25 famiglie che parlano di dono del cielo dopo 40 anni senza.
Si può aiutare gli altri per aiutare sé stessi a vivere in maniera più consapevole.
Si può darsi delle possibilità che non si acquistano e a cui non ci si iscrive ma che ci si crea.
Si può far diventare una raccolta fondi una possibilità di crescere, di conoscere e di capire.
Si può impegnarsi a fondo per qualcosa e qualcuno anche in momenti di difficoltà, forse ancora di più.
Si può “suonare i campanelli” per farsi dare una mano perché c’è tanta gente che ne ha bisogno di dare una mano.
Si può emozionarsi davanti al proprio simbolo su una targa pensando a chi quel simbolo l’ha creato e accudito per tanti anni ma che non è potuto essere lì.
Si può sentirsi fortunati per aver avuto la possibilità di regalare dei sorrisi.
Si può vivere immersi tra le mille problematiche quotidiane non dimenticando che alla vita bisogna dare un senso di bene e di buono incondizionato.
Si può iniziare un percorso con gli amici senza saper dove questo ti porterà ma con l’entusiasmo di chi crea.
Una canzone che ricorreva in Ecuador nei nostri ascolti:
“Che cos’è l’amor? E’ un indirizzo sul comò di un posto d’oltremare che è lontano solo prima di arrivare”.
Arrivare… si può.
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