“Non asfaltate il pavè, è la storia della città”
Su Facebook la mobilitazione contro le asfaltature per sostituire il pavè storico milanese, fatto di grandi lastroni di pietra. Una rivolta per il paesaggio urbano, non solo a Milano
A Milano spesso automobilisti e ciclisti maledicono il pavè, quello milanesissimo fatto di grandi lastroni di pietra, più che di cubetti di porfido. Eppure c’è chi quel pavè lo ama e lo vorrebbe risistemato, così che sia sicuro (se non proprio comodo) anche per auto e due ruote: «Le pavimentazioni storiche vanno sistemate e rese sicure per pedoni, ciclisti e motociclisti», scrivono quelli della pagina facebook "No Asfalto", nata per contrastare i progetti di asfaltatura che il Comune ha all’ordine del giorno per alcune vie della città (nella foto, piazzale Baracca ai giorni nostri, ma ritratto in versione "d’altri tempi"). «No Asfalto chiede che il pavè venga sistemato e non asfaltato». «L’Italia – si legge nella descrizione del gruppo Facebook, che ha raccolto quasi 1000 adesioni – è un paese pieno di storia ed arte. Le pavimentazioni storiche vanno mantenute e non asfaltate cancellando la storia della città. Una corretta e normale manutenzione, può permetterci di avere città belle con pavimentazioni in pietra così come sempre è stato e come in tutte le città europee. La scusa della manutenzione cara non si regge, basti pensare alle continue spese per riasfaltare e la durata massima di 1 o 2 anni. Per la sicurezza stradale, è sufficiente una normale manutenzione. Oltretutto, le pavimentazioni in pietra inducono ad una maggior prudenza e quindi a moderare la velocità». Una spiegazione, quest’ultima, che è anche in linea con gli obiettivi sulla sicurezza stradale che la giunta Pisapia ha per Milano, si fa notare in qualche commento. La mobilitazione poi non è solo strettamente milanese: tra tante foto meneghine, compare anche uno scatto di una piazza di Molfetta, in Puglia, dove il secolare basolato dai colori caldi ha lasciato il posto di recente ad una colata di asfalto nero, intorno alle mura in pietra della cattedrale.
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