Rissa allo stadio, 8 daspo agli ultrà del Varese
La questura aveva già sanzionato 15 catanesi, oggi la notizia che per i varesini sono in arrivo 8 interdizioni dalle manifestazioni sportive. Ma ci sono anche 27 denunce per rissa
La questura di Varese ha emesso altri 8 daspo contro altrettanti tifosi del Varese, accusati di aver partecipato, il 6 agosto, a una rissa all’esterno dello stadio Franco Ossola, con un gruppo di tifosi del Catania, poco prima dell’amichevole con la squadra siciliana. Il questore Francesco Messina aveva già spiccato 15 provvedimenti analoghi, d’urgenza, il giorno stesso, nei confronti dei catanesi; in tutto sono state identificate 27 persone delle circa 30 che hanno partecipato al tafferuglio quel pomeriggio nel piazzale De Gasperi: 12 erano del Varese. (nella foto i soccorsi a un ferito)
I tifosi dei biancorossi – solo in parte ultrà dei tradizionali gruppi organizzati – sono tutti sotto i 30 anni, e c’è anche un minorenne. Non sono stati colpiti dal daspo gli altri 4 varesini, ma semplicemente perché già stati raggiunti da tale provvedimento in passato. Gli ultrà dovranno restare lontani dagli stadi per tre anni. Ma c’è anche l’aspetto penale. La questura ha denunciato all’autorità giudiziaria 27 persone di entrambe le tifoserie per rissa. Un catanese è stato denunciato per aver fornito delle false generalità e alcuni ultrà per il possesso di armi improprie. Il bilancio finale è stato di alcuni contusi e un ferito catanese, che sé stato medicato all’ospedale con 4 punti di sutura alla testa.
Il questore Francesco Messina definisce l’episodio «un tafferuglio, ma non premeditato. Un episodio isolato che è solo frutto di logiche di difesa territoriale e del suolo, nate da una sottocultura a cui credono questi ragazzi». Secondo quanto ricostruito dalla Digos, quel pomeriggio, il gruppo dei 15 siciliani giunti a Varese in pulmino, si è posizionato nel piazzale, mangiando un panino e facendosi notare dalla tifoseria rivale. Un gesto che potrebbe essere stato interpretato come una sfida, secondo certe logiche, tanto che il questore ha affermato che lo scontro è nato da una «provocazione visiva, che forse si poteva evitare». Secondo il capo della questura «gli ultrà hanno una mentalità del tutto particolare, secondo la quale si cerca di difendere il territorio, come se lo si stesse presidiando da un attacco nemico. Spesso gli ultras vivono l’arrivo di altre tifoserie come una sorta di invasione straniera. Probabilmente c’è stato un passaparola, causato proprio dalla presenza di questo gruppo di catanesi in quella zona, e si è determinata una reazione. Lo scontro tuttavia è stato molto breve, ma va detto che i segnali di una premeditazione o di una vendetta legata a un presunto rifiuto di esporre uno striscione a Catania, in passato, non hanno fondamento. Anche l’utilizzo di oggetti trovati in terra sul momento, come l’asta di un cartello stradale, fa pensare a un episodio imprevisto. Mentre non stupisce il fatto che abbiano usato le cinture dei pantaloni per battersi». Il questore ha infine sottolineato che, nonostante questo episodio, il rapporto con la tifoseria è sereno e che non vi sono elementi di preoccupazione particolare.
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