Bancari verso lo sciopero: “Le banche tentano di cancellare le regole”
Lo stop generale in programma giovedì 31 ottobre. I sindacati Dircredito, Fabi, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil e UILCA spiegano le motivazioni
Sportelli temporaneamente chiusi in vista della serrata "totale" del 31 ottobre. Nelle banche del territorio varesino sono in corso di svolgimento le assemblee del personale per informare sulle ragioni che hanno portato le organizzazioni sindacali del credito, unitariamente, a proclamare lo sciopero nazionale della categoria per l’intera giornata di giovedì 31 ottobre. Le assemblee, che hanno già raggiunto circa il 65% dei colleghi, copriranno entro il prossimo 29 ottobre la totalità dei bancari della provincia, coinvolgendo tanto i lavoratori dislocati nelle unità operative diffuse sul territorio, quanto quelli presenti nelle sedi e strutture di direzione. «Alla base della protesta generale dei Bancari – spiegano Dircredito – Fabi – Fiba/Cisl – Fisac/Cgil – UILCA -, la prima di questa portata dopo oltre dieci anni, c’è l’assurda e strumentale disdetta anticipata del Contratto Nazionale di Lavoro che l’A.B.I. (l’associazione delle banche), con una prepotenza mai vista, ha inviato alle segreterie nazionali dei sindacati il 16 settembre con ben dieci mesi di anticipo dalla scadenza naturale».
Secondo i sindacati «con bieca arroganza, nell’attuale difficilissima fase di crisi economica, le banche tentano di cancellare con un colpo di spugna le regole e le tutele del lavoro in banca, solidamente costruite in anni di positiva concertazione tra le parti, propizia per i lavoratori e per lo sviluppo degli Istituti di Credito e per la Clientela. Trentamila sarebbero i bancari in esubero denunciati da Abi con ciniche e offensive motivazioni di scarsa produttività. Sarebbe più onesto per una classe dirigente che governa il credito in Italia, pretendere dalle tasche dei manager il recupero delle perdite sui crediti allegramente concessi, piuttosto che da quelle dei lavoratori».
Il contratto nazionale, spiegano i sindacalisti, «è la garanzia base che ha assicurato nel tempo occupazione nel settore e salvaguardie economiche, normative e previdenziali per tutti gli addetti. La sua cancellazione, che le Banche vorrebbero, aprirebbe una fase di frammentazione e disordine in grado di distruggere ulteriori posti di lavoro, creare disoccupazione e impoverimento senza contribuire a risollevare e rinnovare la funzione del credito come reale strumento a sostegno delle realtà produttive e della famiglie. A questa logica distruttiva i bancari rispondono con proposte costruttive e innovative per un nuovo modo di esercitare il credito più vicino a famiglie, lavoratori, aziende e territorio ma non accetteranno mai di trattare in presenza della disdetta unilaterale del contratto e sotto la concreta minaccia di licenziamenti nella categoria».
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