Frequentava pregiudicati anche ai domiciliari, torna in carcere
Un 34enne ritenuto vicino alle cosche di 'ndrangheta di Rosarno, condannato per associazione a delinquere, stava scontando la pena ai domiciliari ma è stato pizzicato dai carabinieri mentre usciva di casa per incontrare malavitosi
Nel 2010 era stato condannato per associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione, falsificazione e utilizzazione di carte di credito ed era finito in carcere. Dopo qualche mese gli erano stati concessi gli arresti domiciliari ma questo non è bastato a tenerlo lontano dagli ambienti della malavita. Come sempre i carabinieri della Stazione di Rho e della Radiomobile hanno effettuato un’attenta azione di controllo della persona, la quale nonostante si trovasse agli arresti domiciliari non ha esitato ad allontanarsi indebitamente o a incontrare pregiudicati del territorio. E’ stato quindi richiesto un aggravamento del regime cui T.G., classe ’79 e considerato vicino alla cosca di ‘ndrangheta dei Piromalli-Pesce di Rosarno,era sottoposto.Lo ha disposto oggi, giovedì, l’Ufficio di Sorveglianza di Varese che ha ordinato la sua traduzione in carcere. Accompagnato in caserma per gli atti di rito, il pregiudicato è stato tradotto presso la casa circondariale di Busto Arsizio.
A Cornaredo, i militari della locale stazione arma, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di G.V., nato Magenta nel 78, residente Cornaredo, nullafacente, pregiudicato. Era stato denunciato dai militari dell’arma nel 2012 per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. L’uomo, rintracciato presso la sua abitazione è stato tradotto anche lui nella casa circondariale di Busto Arsizio.
A Baranzate, i militari della Tenenza di Bollate hanno invece fermato ad un posto di controllo un albanese ed un montenegrino che viaggiavano assieme su un’autovettura. Entrambi, dopo un controllo in banca dati, sono risultati essere destinatari di ordinanze di carcerazione per stupefacenti e furto.
Dopo gli atti di rito i due sono stati tradotti pressl il carcere San Vittore di Milano. A Settimo Milanese i militari della locale stazione hanno invece notificato a A.V, classe 76, italiano, un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Milano, dovendo espiare la pena detentiva di mesi 4 di reclusione per furto aggravato.
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