La Pedemontana? “Va fermata a Lomazzo”
Il problema della diossina di Seveso rilanciato dal Movimento 5 stelle. In un'audizione a Roma, due parlamentari hanno chiesto al ministro dell'ambiente di bloccare il cantiere
L’autostrada Pedemontana si deve fermare a Lomazzo. L’ultima idea del Movimento 5 stelle è, in sintesi, abbastanza semplice. Usate i treni, non le auto; non fate grandi opere inutili; non attivate cantieri dannosi per la salute. Ecco, questo punto è più spinoso forse di altri. Siccome in Brianza, a Seveso, dove l’autostrada dovrebbe transitare, nel terreno c’è ancora la diossina del disastro chimico del 1976, è meglio non svegliare il can che dorme. Insomma, non toccate quei terreni, perché sono una bomba batteriologica, a orologeria. Già, ma allora, se così fosse, tutte le tecniche di bonifica, usate da anni in ogni opera pubblica, sarebbero vane? Pensate all’Expo che sarà realizzato, a Rho Pero, in una zona dove vi erano delle raffinerie. O Ispra, dove c’erano due reattori nucleari. Allarmismo allo stato puro? Il tema, in ogni caso, è ben presente alla politica, se è vero che lo scorso 17 settembre, una mozione bipartisan del consiglio regionale, ha chiesto a Pedemontana spa di attivarsi per nuove rilevzioni sui terreni prima di inziare a costruire.
(nella foto, il tratto già realizzato, tra Cassano Magnago e Lomazzo, che entrerà in funzione a inizio 2014, forse a marzo)
L’ABBATTIMENTO DELLA GALLERIA DI MORAZZONE
Sarà, però il Movimento di Beppe Grillo, la sua proposta, l’ha portata fino al ministro dell’ambiente, dove due parlamentari, Massimo De Rosa e Davide Tripiedi, hanno incontrato il ministro Andrea Orlando. Ma non solo, c’era anche Dario Balotta, di Legambiente, storica associazione scettica sull’autostrada (nella delegazione c’erano anche l’architetto Patricio Enriquez, docente di urbanistica al politecnico di Milano, ed Edoardo Bai, medico e presidente ISDE di Milano).
Sentiamo la requisitoria del Movimento 5 Stelle: «La diossina Tcdd proveniente dal disastro Icmesa del 1976 è ancora presente nei terreni ove si vogliono costruire le tratte B2 e C, e questo motivo ostativo si va ad aggiungere alla illogicità economica del progetto». La Pedemontana è ormai realtà. È stato infatti già costruito uno svincolo tra Cassano Magnago e Lomazzo, chiunque passi dall’autostrada lo può vedere ma siccome i lavori, nel tratto che va da Lomazzo fino a Osio Sotto (Bergamo), non sono iniziati, comitati e M5s ritengono di essere ancora in tempo, e dicono: non fatelo.
Pensiamoci, già. Ma così facendo avremmo, alla fine, non una Pedemontana che attraversa la Lombardia, ma un breve collegamento tra le due autostrade, A8 e A9, e due tangenziali di pochi chilometri a Varese e Como. A che serve? Lo stato e la regione possono permettere che a questo punto si fermi tutto, quando solo due settimane fa è stata celebrata la realizzazione della galleria a Morazzone? Il Movimento 5 stelle si sta politicamente spendendo per la moratoria dei cantieri. E afferma che l’audizione dal ministro è solo un primo passo per «la richiesta precisa di fermare l’autostrada a Lomazzo, rinunciando alle successive tratte B1, B2, C, D, con l’intento di bloccare un’ opera devastante per il territorio, costosa per l’ impiego sempre più ingente di finanziamenti pubblici e pericolosa per la salute delle popolazioni, facendosi così interprete delle parole d’ordine sostenute da associazioni e comitati nel corso degli anni». Inoltre, l’inutilità di collegamento della Pedemontana sarebbe già realtà, vista l’attivazione della tratta Saronno-Seregno che permette via treno di collegare direttamente Malpensa a Bergamo e Varese a Bergamo. Come dire: tanto si può usare il treno. Ma chi lo fa?
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