La Provincia di Varese chiude
Dopo otto anni di attività, da Natale il quotidiano non sarà più in edicola. Salvo il posto di lavoro per cinque redattori mentre per le decine di collaboratori nessuna certezza
La Provincia di Varese chiude. La notizia circola da almeno venti giorni, ma ora c’è l’ufficialità. In questi giorni i collaboratori hanno ricevuto una lettera raccomandata in cui si legge che “con la presente ci vediamo costretti ad informarLa che dalla fine del prossimo mese di dicembre l’edizione di Varese de La Provincia verrà chiusa.
Questa decisione, molto sofferta e meditata, si è resa negli ultimi tempi come ormai necessaria e non più procrastinabile; di conseguenza Le comunichiamo di dover recedere dal contratto di collaborazione in essere, che quindi verrà a cessare i propri effetti al 31 dicembre 2013”.
Il quotidiano sarà in edicola fino alla vigilia di Natale e poi non uscirà più. Oggi la notizia è stata ripresa anche dall’ex presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia. Franco Abruzzo ne ha scritto sul suo sito e nella newsletter che tutti i giorni invia a decine di migliaia di giornalisti.
“Dal 24 dicembre, la Provincia di Varese non esisterà più: chiusa, morta e sepolta. Quotidiano facente parte della galassia Sesaab (Eco di Bergamo, Provincia di Como, Provincia di Lecco, Provincia di Sondrio, Il Cittadino di Monza), che da otto anni racconta una realtà come quella del Varesotto. Realtà ricca di eccellenze dal punto di vista imprenditoriale, sociale, sportivo. La Provincia conta(va) una redazione composta da cinque giornalisti regolarmente assunti”.
Nelle ultime settimane ci sono stati diversi momenti di incontro a vari livelli. “Abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili per garantire i livelli occupazionali – ci dicono dal Cdr di Como – e i cinque redattori verrano inseriti nelle redazioni di Como, Lecco e Sondrio. Per i collaboratori resta la possibilità, per quelli più vicini al territorio comasco, di continuare a proporre dei servizi”.
Su questo punto Franco Abruzzo non risparmia un secca sferzata alla società editoriale proprietaria anche del quotidiano varesino. “Il grosso del lavoro – si legge sempre sul sito – era fatto dai collaboratori. Una quarantina di professionisti, giornalisti a tutti gli effetti (ma non tutelati da alcuna forma di contratto, non protetti da alcuna previdenza o ammortizzatore sociale), che dal 25 dicembre resteranno a casa. Un bruttissimo Natale. Gente che avevano il giornalismo come prima e unica fonte di reddito, gente che scriveva attorno agli 80 pezzi mensili, che bruciava trasferte-domeniche-festività (a spese proprie). Giornalisti di 35-40 anni, con famiglie da mantenere e mutui da pagare, ai quali è stata comunicata la decisione della chiusura (già presa da mesi) soltanto qualche giorno fa”.
Abruzzo non nasconde l’amarezza anche per la gestione della comunicazione sulle sorti del quotidiano. “La notizia è ufficiale, ma la gente non lo sa. La decisione di chiudere Varese è arrivata nel silenzio delle altre redazioni del Gruppo. La consolazione è che i 5 redattori di Varese saranno riassorbiti nel Gruppo. Ai redattori delle tre testate della Provincia (Como, Lecco e Sondrio) viene applicato il contratto di solidarietà”.
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