Tra inquinamento e urbanizzazione, come sta l’Olona?

Il nuovo rapporto di Legambiente “Olona da Vivere” fa il punto sulle condizioni del fiume. E nonostante urbanizzazione, inquinamento e acque contaminate “la natura non ha mai smesso di credere in questo fiume”

E’ stata pubblicata nei giorni scorsi la guida “Olona da Vivere”, un vademecum di informazioni elaborato da Legambiente per fare il punto sullo stato di salute del fiume: consumo di suolo, inquinamento e inadeguatezze nella depurazione nemici del corso d’acqua.
"La biodiversità salverà l’Olona", è da questa considerazione che muove i suoi primi passi il rapporto. Nonostante il pessimo lavoro dell’uomo, la natura non ha mai smesso di credere in questo corso d’acqua perché lungo il fiume vivono e resistono tante specie di animali e uccelli: dalla faina al tasso, dal picchio rosso maggiore al martin pescatore, dal gheppio al picchio verde, dai pipistrelli alle libellule e ai coleotteri nostrani. L’ecosistema dell’Olona è riuscito a vincere su schiuma e inquinamento e continua a essere decisamente ricco.
Nel volume, disponibile in tutti i circoli del Cigno Verde (o consultabile on line a questo link), sono contenute una grande quantità di informazioni che descrivono fauna e flora dell’ambiente fluviale, la storia industriale della Valle, i progetti di tutela e valorizzazione, come quello ai Mulini di Gurone. Al centro però ci sono le questioni più importanti per il presente e futuro del fiume: l’inquinamento, il consumo di suolo, le mancanze nel sistema di raccolta e trattamento delle acque reflue

LO STATO DELLE ACQUE
La Direttiva Quadro europea sulle Acque impone il raggiungimento di un “buono stato ecologico” entro il 2015. Un limite temporale che si scontra però con la realtà: l’Olona continua infatti a registrare giudizi decisamente negativi dal momento che da Varese a Lainate la qualità delle acque non ottiene praticamente mai la sufficienza, collezionando quasi ovunque voti che vanno dallo “scarso” al “cattivo”. Il fiume fa parte del gruppo di corsi d’acqua per i quali è stata richiesta la proroga al 2027 per il raggiungimento dello stato ecologico “buono”, fermo restando che in ogni caso al 2015 dovrà essere raggiunto quello “sufficiente”.

L’INQUINAMENTO E LA DEPURAZIONE
Più della metà dei carichi organici inquinanti,
nel tratto tra Castiglione e Rho, deriva da scarichi non depurati: fogne che immettono acque luride direttamente nel fiume e nei suoi affluenti. Questo perché -come segnala Legamiente- mancano ancora i collettamenti ai depuratori o perchè gli scolmatori di piena riversano acque reflue non trattate anche in condizioni di tempo asciutto. Il 50% dei depuratori sull’Olona resenta anomalie o malfunzionamenti rilevati da Arpa (ben 10 depuratori sui 20 presi in esameper il bacino Olona-Lura-Bozzente). Problema che riguarda anche il depuratore di Varese che ha serie difficoltà nella rimozione dei carichi di azoto ammoniacale, e alcuni degli impianti del medio-basso Olona che risultano non conformi per i carichi organici, per il fosforo e l’azoto. «La grande opera infrastrutturale di cui tutto il bacino ha bisogno – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – è un nuovo sistema di raccolta e trattamento delle acque reflue che promuova una gestione integrata, pulita ed efficiente».

IL CONSUMO DI SUOLO
Ormai il 60% del territorio rivierasco è completamente urbanizzato e i vari centri abitati si fondono in un’unica immensa città, grande quasi 12 mila ettari: una gigante “Olonia” con una superficie urbanizzata quasi come quella di Milano ma con una popolazione di circa 240 mila abitanti. Un abitante di “Olonia” consuma quindi 5 volte il suolo di un cittadino milanese, con gravi conseguenze per lo stato di salute del fiume, per la sicurezza idrogeologica e per la sopravvivenza della biodiversità. Prendendo in esame solamente i Comuni della parte centro-nord, da Induno a Fagnano Olona, a spiccare negativamente è proprio quest’ultimo. Dal 1999 al 2007 infatti, secondo i dati del Centro di Ricerca sul Consumo di Suolo, la sua superficie urbanizzata è incrementata del 25,46%. Notevoli gli aumenti anche per i Comuni di Lozza (10,75%) e Solbiate Olona (12,64%).

«Restituire dignità ecologica e paesaggistica all’Olona e al suo territorio è una sfida non meno impegnativa di quella del risanamento idrico – dichiara Alberto Minazzi, coordinatore provinciale di Legambiente – Per farlo è necessario un grande impegno collettivo, ma anche, e soprattutto, la coerenza degli atti urbanistici che devono assumere la priorità della salvaguardia del suolo libero rispetto ad ogni trasformazione. Un appello che ci sentiamo di lanciare ancora con forza, dato che alcuni dei Comuni lungo l’asse dell’Olona sono ancora alle prese con il Piano di Governo del Territorio»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Dicembre 2013
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